Mesi fa, grazie a donatori internazionali, il governo ci ha fornito di materiale iconografico da apporre ai muri dell'ospedale: sono cartelloni che insegnano alla gente come riconoscere i segni iniziali dell'infezione.
Ci sono notizie che i farmaci antivirali sono stati comprati, e le scorte sono sufficienti per una eventuale pandemia. Ma non ci sono campagne vaccinali in corso.
Un paio di mesi fa si era creata una certa fobia, perche' alcune scolaresche venute dall'Inghilterra a scopo di gemellaggio con allievi locali, erano poi state diagnosticate come affette dal virus influenzale. Almeno due secondary schools sono state "quarantenate", ma ora onestamente non ne sentiamo piu' nulla, ed il livello di ansia sembra scemare pian piano anche tra i pazienti piu' informati, come infermieri ed insegnanti. Non ci sono mai stati morti in Kenya per influenza suina.
Io onestamente non ho mai denunciato alcun caso sospetto. Solo una volta, circa due mesi fa, ho visitato una volontaria slovacca di un'altra missione, che era stata mandata a Chaaria perche' "affetta da influenza suina". I test sono invece risultati positivi per la malaria, e, dopo alcuni giorni di terapia, la spaventatissima volontaria si e' completamente ristabilita. Credo che sia tornata in patria prima del tempo per lo spavento.
Onestamente, almeno per ora, focalizziamo i nostri sforzi su altre malattie, che sono killer reali (e non potenziali), come la malaria, la TBC, le diarree, l'HIV.
Fr Beppe
PS: Mentre viaggiavo verso il convegno oggi sono stato abbordato da uno street boy, che, non riuscendo a strapparmi il borsello, mi ha rubato gli occhiali con una "manata". Ho dovuto ricorrere all'aiuto urgente di un ottico, per un paio di occhiali di emergenza, in quanto, senza di essi, non riuscirei nemmeno a leggere le diapositive al convegno.
La prossima volta ci sentiamo dall'Etiopia.
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