giovedì 14 ottobre 2010

Lettera da Pietro Fiorella

Carissimo Beppe, mi è piaciuto moltissimo quello che hai scritto sul blog a proposito delle Donne. L'ho sempre pensato e detto, anche se non in modo così ben espresso. L'unico passaggio sul quale le mie impressioni sono diverse è quello in cui dici che forse gli uomini, più che la donna, amano i figli che verranno...
A completamento dell'elogio delle Donne ti mando questa foto, alla quale sono affezionato, che ritrae un bimbetto operato di ernia in braccio alla sua inseparabile e dolcissima Mamma.

Pietro e Fiorella



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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