venerdì 28 gennaio 2011

Chaaria Accademica: il segreto dietro le quinte

Molti mi chiedono: "ma come fai a preparare anche le lezioni da usare tutte le settimane, oltre al carico enorme di lavoro che tende sempre ad aumentare? Le giornate sono fatte di 24 ore anche per te... e poi non sei mica una macchina!"
La mia risposta è molto semplice. Io riesco a preparare tutte queste lezioni, sempre più aggiornate e sempre meglio organizzate, grazie all'abnegazione ed alla generosità di una volontaria di Chaaria, che, dopo essere tornata in Italia, ed aver messo su una stupenda famiglia che ora la lega a casa, ha deciso di continuare la sua amicizia con me e la sua donazione ai poveri di Chaaria, preparandomi lei le lezioni che utilizzo al giovedì.
Anche lei si chiama Nadia... che deve essere un nome fortunato per me.
Dunque, la dottoressa Nadia Chiapello, pediatra e ottima mamma, trova il tempo per prepararmi tutte le presentazioni power point che poi io espongo al nostro staff.
E' una collaborazione che va avanti da anni e di cui sono estremamente grato a Nadia, che ha preparato ormai una cinquantina di lezioni. Anche Nadia Chiapello è parte di Chaaria, ed ha un posto molto importante nel mio cuore. Cara Nadia, grazie per aver trovato sempre lo stimolo per continuare ad aiutare me, il nostro staff ed i poveri che serviamo attraverso la tua preziosa opera, che sempre hai svolto dietro le quinte... ma il Signore che vede tutto ti saprà ricompensare.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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