Si e’ fatto sorprendere
in un momento di distrazione, a causa di un minimo ritardo nel cambiare il
colore della pella mentre passava dal prato erboso in cui era completamente
mimetizzato al piccolo sentiero che va su al generatore.
Per combinazione avevo la
macchina fotografica in tasca ed ho scattato queste foto appena in tempo, prima
che il lento camaleonte sparisse nuovamente nell’erba.
Tale animaletto e’
veramente impressionante: e’ rimasto verde probabilmente perche’ il tempo previsto
per rientrare nel prato era inferiore a quello richiesto dal cambiamento di
colore (che in genere richiede 2-3 minuti). Se il sentiero fosse stato piu’
largo, certamente il camaleonte sarebbe diventato rosso come la terra.
E’ frequente incontrarlo
in questa stagione, subito dopo le piogge. Lo si trova spesso a prendere il
sole sui rami piu’ alti delle piante di fagioli, dove se ne sta appostato
attendendo l’arrivo di insetti che lui attacca e mangia con il solo movimento
della lingua chilometrica.
E’ un animale lentissimo.
Se lo si guarda camminare o arrampicarsi, sembra altro che un bradipo...
inoltre normalmente fa due passi avanti ed uno indietro (proprio come noi a
volte nelle nostre imprese!).
Ma la sua lingua e’
tremenda (come talvolta la nostra!): lunga e velocissima, parte come un razzo
ed afferra un insetto anche a distanza notevole... e mi vien da pensare che
anche noi spesso con la lingua arriviamo dove con il corpo non ce la facciamo a
giungere!
Il camaleonte inoltre
morde. Se cerchi di afferrarlo, ti pianta nelle dita dei dentini che non sono
lunghi, ma un po’ di male te lo fanno.
Per noi questo animaletto
e’ talvolta occasione di emergenze in ambulatorio: come ho gia’ detto, in
questa stagione i camaleonti amano prendere il sole sui rami piu’ alti delle
piante di fagioli (circa 2 metri di altezza). Se una donna, priva del foulard
tradizionale che copre la testa, si avventura in una scorciatoia attraverso un
campo di legumi, puo’ farselo cadere nei capelli. Il rettile quindi si
abbarbica per cercare di non cadere, e, se la sventurata cerca di rimuoverlo,
si infila sempre piu’ profondamente nella chioma dei capelli. Ogni tentativo di
toglierlo sara’ inutile perche’ gli artigli sono molto forti, ed inoltre
l’animale in pericolo iniziera’ a mordere.
Il metodo che ho
escogitato per aiutare queste donne sotto stress e normalmente in preda a crisi
di pianto, e’ quello di preparar una bacinella di acqua molto calda (il massimo
che la cliente puo’ sopportare), e poi chiederle di immegere la testa in acqua
per vari minuti.
Il camaleonte cosi’
annega, ed il calore dell’acqua rilascia la sua muscolatura.
Dopo cinque minuti di
immersione siamo in grado di estrarre la bestia senza grosse difficolta’.
Il morso del camaleonte
non e’ velenoso, ma cio’ che dicono essere velenoso e’ la sua carne. Infatti
gli stregoni della zona pare usino il camaleonte morto ed essiccato al sole,
per preparare delle polveri con la sua carne triturata. Tali pozioni vengono
segretamente aggiunte ai cibi dei nemici o di coloro a cui bisogna fare il
malocchio, ed essi muoiono istantaneamente... Non so se quest’ultima cosa sia
vera: fa parte di quei miti che gli anziani pazienti amano raccontarmi quando
sono ricoverati in reparto.
Fr Beppe Gaido
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