Nome: Kenneth Menda
Data di nascita: 10/12/2000
Tipo di disabilità: disabilità fisica
e mentale grave.
Data di accoglienza al centro:
07/02/2011
Rapporti con la famiglia: Ogni mese
viene a trovarlo la nonna.
Cenni biografici: nato sano da
ragazza madre in un paese distante dalla casa dei nonni. Quando Kenneth è
piccolissimo la madre lo porta a casa della nonna perché lei possa continuare
a lavorare. All’età di tre anni il bambino si ammala di malaria encefalica,
ricoverato in un ospedale governativo dopo una settimana di coma, si
risveglia ormai disabile, la mamma vedendolo in quelle condizioni lo
abbandona alla nonna e va via di casa e a tutt’oggi non si è fatta più
vedere. La nonna, anziana e povera, a quel punto porta Kenneth al Cottolengo
perché non riesce a prendersi cura di lui.
Note particolari: di famiglia
cattolica è stato battezzato.
Nonostante la sua grave disabilità mentale, Kenneth è molto gioioso
ed in grado di instaurare rapporti con gli altri anche se non parla.
Non è in grado di mangiare da solo e deve essere aiutato per
l’igiene personale.
Adottato da: Gruppo Binario per l'Africa
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martedì 7 febbraio 2012
Progetto perle nere - Kenneth Menda
Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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