John e’ arrivato stamattina in ospedale in pessime
condizioni generali. Appariva in preda al dolore, soprattutto all’addome. I
parenti che lo hanno accompagnato ci hanno riferito che il loro congiunto era
stato assalito dai ladri durante la notte ed era stato “pestato” con una serie
infinita di calci nella pancia.
Alla visita l’addome era veramente dolente,
e la palpazione creava una evidente reazione di difesa, come nei casi di peritonismo.
Abbiamo fatto una ecografia urgente ed
abbiamo documentato una ingente quantita’ di fluido corpuscolato in cavita’
peritoneale. Abbiamo dunque eseguito una paracentesi esplorativa ecoguidata, ed
abbiamo appurato che si trattava di sangue rosso vivo. Siccome il nostro paziente aveva anche una importante splenomegalia, abbiamo formulato l’ipotesi
diagnostica di rottura traumatica della milza con emoperitoneo (il fegato
appariva infatti normale).
Dopo aver stabilizzato le condizioni
generali del paziente con dei liquidi endovena, e dopo aver eseguito i test di emergenza,
incluse le prove crociate per il sangue da trasfondere, siamo corsi in sala
operatoria, pronti al peggio.
Abbiamo aperto quella pancia ed abbiamo aspirato
una ingentissima quantita’ di sangue endoperitoneale; abbiamo quindi lavato la
cavita’ con fisiologica sterile, e ci siamo accorti che la situazione era
migliore di quanto ci fossimo aspettati (la splenectomia non sarebbe stato un
intervento da poco).
Quel che abbiamo trovato e’ stata una
rottura di vescica con emo ed uro-peritoneo: un calcione aveva probabilmente
fatto scoppiare la sua vescica piena.
L’operazione e’ stata abbastanza breve e
senza particolari difficolta’.
Il paziente e’ ora stabile, e siamo
veramente ottimisti per la sua guarigione, anche se purtroppo gli esami
preoperatori hanno dimostrato uno stato di immunosoppressione.
“Ma sara’ vera la storia dei ladri?” mi
chiedono i volontari.
Io penso che queste siano domande veramente
inutili a Chaaria: la verita’ infatti non la veniamo quasi mai a sapere; la
storia dei ladri poi e’ quella piu’ comunemente usata per coprire ogni sorta di
“situazioni malate”.
Potrebbe essere stata veramente una rapina,
e John potrebbe essere un onesto cittadino picchiato in casa a scopo di
estorsione.
Ma potrebbe anche darsi il caso che il
ladro sia lui, e che, sorpreso dai vicini o dai parenti, sia stato linciato a
dovere.
Oppure potremmo essere di fronte ad una
rissa tra ubriaconi finita male.
La verita’ non la sapremo forse mai, ma in
fondo ad un medico missionario non deve interessare piu’ di tanto. Noi siamo
qui per aiutare e per salvare quante piu’ vite ci sia possibile… e questo e’
quanto abbiamo cercato di fare anche con John, il sabato santo.
Siamo felici di essere al servizio della
vita pure a Pasqua, e con questi sentimenti auguriamo a tutti una Pasqua felice
e piena dei doni di Cristo risorto.
PS: nella foto vedete il palloncino del
catetere che protrude nella breccia laparoromica attraverso la rottura di
vescica
Fr Beppe Gaido
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