In Valpolicella vive ormai da vent’anni un piemontese, Antonio
Buonanno, la cui moglie era compagna di scuola del medico del villaggio
di Chaaria (Kenya) che si occupa delle missioni del Cottolengo in
Veneto.
La Piccola Casa della Divina
Provvidenza, conosciuta anche con il nome di Cottolengo (dal nome del
suo fondatore san Giuseppe Benedetto Cottolengo) è un istituto di carità
con sede principale a Torino. L’istituto si occupa di assistenza ai
portatori di handicap fisici e mentali, agli anziani, agli ammalati in
genere, ai tossicodipendenti, ai poveri senza fissa dimora e agli
extracomunitari. In Italia le case di assistenza sono 35, con circa
1.700 assistiti. Il Cottolengo è inoltre presente all’estero in India, in Kenya e in Ecuador.
Abbiamo intervistato Antonio Buonanno per farci spiegare di cosa si
occupa in concreto l’Associazione Volontari Missioni Cottolengo, e per
capire come si può contribuire ad aiutare chi opera nei vari Paesi.
Di cosa si occupa l’Associazione in Kenya? In Kenya
c’è un ospedale, nato dal nulla verso la fine del secolo scorso, che
pian piano si è sviluppato e ora offre assistenza a una vasta area della
regione del Meru. Insieme ad altri Fratelli, dal 1998 lo dirige Fratel
Beppe Gaido, un medico piemontese che sta dedicando la sua vita ai
diseredati. L’ospedale opera a tutto campo e col tempo ha creato anche
un piccolo reparto di supporto per i bambini con handicap, spesso
abbandonati dalle famiglie proprio a causa della loro infermità.
L’ospedale da assistenza a tutti, a chi può permetterselo applicando
tariffe molto più basse di quelle applicate negli ospedali di Nairobi, e
in forma gratuita per chi, spesso nella povertà assoluta, non è in
grado di potersi permettere neppure le medicine.
E negli altri paesi? In Ecuador a Tachina nella
regione di Esmeraldas esiste un “Hogar de Ancianos”, ossia un “focolare
per gli anziani”. Si tratta di un ricovero che offre ospitalità alle
persone povere, anziane e abbandonate. Spesso si tratta di persone
raccolte veramente dalla strada, senza più nessuno, che vivono in
condizioni di assoluto degrado senza alcun aiuto, né alimentare né
medico. La Missione è seguita dai Fratelli del Cottolengo ed è diretta
da Fratel Maurizio Scalco, un infermiere di Rosà in provincia di
Vicenza, che dopo molti anni passati in Africa a Chaaria, dal 2007 opera
ora con grande umanità in Ecuador. In India nello stato del Kervala vi
sono due missioni: a Palluruthy e a Paravur. Fratel Sandro, insieme ad
altri Fratelli, segue le missioni che si occupano di dare assistenza e
supporto sia a disabili di qualsiasi età, che agli anziani, anche qui
spesso abbandonati nella povertà più assoluta.
Quali sono i movimenti che partono direttamente dall’Italia? Dall’Italia
quasi ogni mese partono dei volontari dell’Associazione diretti alle
varie missioni. Si tratta di medici, infermieri o anche solo di semplici
volontari senza alcuna specializzazione. In questo ultimo caso danno
supporto generico al lavoro delle missioni, collaborando dove non è
richiesta specifica conoscenza medica o paramedica. Tutti prestano la
loro opera in modo totalmente gratuito, facendosi carico anche di tutte
le spese di viaggio. L’aiuto dall’Italia, con la raccolta di fondi e con
l’invio dei volontari, è essenziale per consentire alle missioni di
sviluppare la loro opera umanitaria.
Come si può entrare a far parte di questa Associazione, o semplicemente dare un contributo? Per
chi volesse eventualmente iscriversi come volontario, è necessario
partecipare a degli incontri e seguire una procedura ben evidenziata sul
blog dell’Associazione. Sullo stesso blog sono presenti tutti gli indirizzi e-mail dell’Associazione a cui ci si può rivolgere per approfondimenti.
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