Kendi e’ stata ricoveratata per una massa
dura e palpabile in regione paraombelicale destra.
Chi ce la aveva mandata aveva pensato ad un
fibroma uterino peduncolato.
La consistenza avrebbe anche potuto
suggerire quella diagnosi, ma onestamente si trovava troppo lontano dall’utero
stesso.
Prima di decidere il tipo di intervento,
Pietro mi ha giustamente richiesto una ecografia, che, nonostante la
consistenza palpatoria, ha invece rivelato una matassa di anse intestinali.
A Pietro e’ sembrato strano, perche’ la
massa persisteva da tempo e la paziente non era occlusa, ma ha comunque definito
l’operazione come “appetitosa”.
Aprendo l’addome, si e’ notato che la
diagnosi ecografica era corretta: un pacco di anse ileali era fermamente
aderente al peritoneo parietale. E’ stata dura fare l’adesiolisi, ma con pazienza
certosina Pietro ce l’ha fatta. La matassa interessava gli ultimi 30 cm di
ileo.
La domanda che sempre Pietro si faceva, mentre
sbrigliava l’intestino, era il perche’ di un tale macello. Poi, a meno di 5 cm
dalla valvola ileo-cecale, si e’ scoperta l’origine della peritonite saccata e
delle aderenze: si trattava di una perforazione ileale, probabilmente subito
tamponata sia dall’omento che dalla parete addominale… ragion per cui la
paziente non era occlusa e non aveva una peritonite generalizzata.
Trovandoci di fronte ad una perforazione
molto vicina alla valvola ileo-cecale, e considerando il fatto che l’ultima ansa
del tenue appariva molto edematosa ed eritematosa per almeno 15 cm, Pietro ha optato
per una resezione ileale con anastomosi latero-laterale al colon ascendente.
E’ stato un intervento complesso, o se
vogliamo “appetitoso”, per cui ancora una volta ringrazio Pietro e la giovane
collaboratrice Alice.
Intendo sottolineare anche il fondamentale
contributo di Jesse che, da quando abbiamo il Jolly Trony Ventilator, non ha
problemi ad intubare e “generalizzare” i pazienti.
Nella nostra situazione epidemiologica la
causa piu’ importante di perforazione ileale e’ la febbre tifoide: per questo
la paziente e’ ora coperta con cloramfenicolo nel post operatorio, che sta per
altro procedendo senza problemi.
Fr Beppe Gaido
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