giovedì 31 maggio 2012

Un blog su Chaaria in Polonia e per la Polonia

I giovani medici polacchi che verranno a Chaaria in luglio hanno avuto la stupenda idea di aprire un blog nella loro lingua madre. 
E' un blog nato da giovani entusiati che si preparano ad una esperienza importante e che desiderano con tale strumento informatico rendere Chaaria più conosciuta tra i loro coetanei, al fine di promuovere il volontariato proveniente dalla Polonia e di poter raccogliere fondi per Chaaria e per le sue iniziative di carità. 
Sarà un blog centrato sul nostro e sul loro servizio ai bisognosi, un blog che stimolerà a cooperare con Chaaria ed a venirci di persona. 
Di cuore ringraziamo gli amici polacchi e speriamo di poter loro indicare molte persone che possano collaborare alla stesura degli articoli e delle esperienze. 
Per chi lo vuol vedere qui di seguito inseriamo il link... anche io non ci capisco niente, ma mi pare bello che il messaggio di Chaaria ora si difffonda anche in questa nuova lingua. 

Fr Beppe 


1 commento:

viola&jacek ha detto...

Trzymamy kciuki za blog w Polsce i jestesmy dumni ze nasi przyszli lekarze beda pomagac chorym, oraz tak wyjatkowemu czlowiekowi jakim jest Fr BEPPE. Dopingujemy jego prace od wielu lat i jestesmy pelni podziwu dla tego co, i jak robi. Bloger Editing blogu Chaaria w Italli Nadia jest nasza przyjaciołka - stad wiemy ze to spore wyzwanie, ale tego rodzaju przekaz dociera do wielu wrazliwych ludzi. Zyczymy aby rowniez blog w Polsce przyczynil sie do niesienia pomocy szpitalowi w Chaaria i tym wszytskim ktorzy jej potrzebuja.


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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