Carissimo Ugo,
ho ricevuto ieri il tuo
messaggio e ti ringrazio vivamente per tutto quello che fai per me e per la mia
piccola Mwendwa. Non so cosa dire: so solo che posso pregare per te e per tutti
coloro che, anche in tempi difficili per l’Italia, si ricordano di chi e’ piu’
povero.
Fr Beppe mi ha tradotto
in Inglese la tua tragica e simpatica email, e mi rendo conto di come sia dura
essere in situazioni economiche molto precarie, e volere aiutare gli altri a
tutti i costi.
Mi ha commossa il pensare
che non andrai in ferie, ma hai voluto pensare a me con la tua offerta. Avresti
potuto usare i soldi per te... mi viene da piangere!
Come saprai, ho deciso di
riprendere a studiare. Avevamo un po’ di soldi messi da parte grazie alle tue
offerte, e poi siamo stati aiutati da un’altra benefattrice. Ho dunque iniziato
la scuola di “catering”, che in italiano credo di possa tradurre con “scuola
alberghiera”.
E’ un istituto convitto.
Devo quindi dormire nella struttura e vado a casa di tanto in tanto. Questo e’
stato per me durissimo, perche’ era la prima volta che mi dovevo separare da
Mwendwa.
Ho pero’ pensato che
nella vita bisogna sempre pagare di persona se si vuole ottenere qualcosa di
piu’. Io sono praticamente un’orfana, perche’ non so chi sia mio padre mentre
mia madre mi ha abbandonata. Tocca quindi a me, e solo a me, cercare di fare un
passo avanti nella societa’.
Ho dunque mandato giu’ il
rospo, pensando che al momento soffro piu’ io di Mwendwa. Lei e’ ancora troppo
piccola per capire che io non ci sono... e poi cerco di andarla a vedere ogni
due o tre settimane. Ho trovato la piena collaborazione dei miei suoceri e del
mio partner. Al momento quindi Mwendwa e’ con la nonna paterna e con il papa’.
Io ed il babbo di Mwendwa
non siamo ancora sposati, ma siamo insieme, e speriamo di poterci sposare
quando entrambi saremo piu’ stabili economicamente e piu’ sistemati: anche il
mio ragazzo infatti non ha ancora trovato un lavoro!
Mi chiedi se sto bene...
Onestamente si’. E’ la prima volta nella mia vita che prendo autonomamente una
decisione per qualcosa in cui credo e che davvero voglio fare ed ottenere. Da
piccola sono stati piu’ il destino e la cattiva sorte a decidere per me.
Mi chiedi se sono felice:
la felicita’ e’ un qualcosa molto impalpabile. Un prete che conosco dice sempre
che inseguire la felicita’ e’ come cercare di acchiappare una farfalla... ti
scappa sempre quandi ti pare di avercela quasi fatta. Pero’ sono serena, e per
la prima volta nella vita ho un po’ di autostima.
Anche Mwendwa sta bene e
spero di poterti inviare presto una sua foto. Adesso non ne sono in grado
perche’ il tuo messaggio mi ha raggiunta in scuola.
Per dirti grazie ti mando
un fiore africano.
Non posso fare molto per
te, ma ti prometto la mia povera preghiera. Lo so di essere una peccatrice ed
una creatura insignificante, ma ti prometto che preghero’ con sincerita’ e con
riconoscenza.
Che Dio ti benedica e
benedica tutta la tua famiglia.
Colline e Mwendwa
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