E’ un intervento
abbastanza frequente che facciamo normalmente a scopo del tutto palliativo per
pazienti affetti da carcinoma dell’esofago in fase terminale.
Usiamo normalmente la
tecnica di Stamm, che e’ considerata una gastrostomia temporanea, ma permette
un funzionamento della stomia molto lungo, normalmente superiore alla
sopravvivenza media di questi pazienti,che soccombono al tumore nel giro di 1-2
anni al massimo.
La tecnica sopra citata
ci permette dei tempi operatori ragionevolmente brevi in pazienti molto
defedati ed in condizioni anestesiologiche precarie.
Entriamo in cavita’
peritoneale con una breve incisione mediana sull’epigastrio. A questo punto
identifichiamo lo stomaco e scegliamo un punto della sua parete anteriore che
possa essere avvicinato alla parete addominale senza tensione. Pratichiamo una
piccola incisione dello stomaco e fermiamo il sanguinamento mucoso con un
“sopraggitto” in monofilamento (infatti l’emorragia intragastrica della breccia
e’ una delle complicazioni piu’ temibili dell’operazione). A questo punto
prepariamo una “borsa di tabacco” attorno all’apertura della parete gastrica.
Come tubo gastrostomico
usiamo una sonda di Pezzer numero 26 se disponibile (in alternativa e piu’
frequentemente un catetere Foley a tre vie numero 24): il Pezzer e’ certamente
meglio perche’ piu’ ampio e quindi meno soggetto ad otturarsi.
Facciamo una piccola
incisione nell’ipocondrio di sinistra ed inseriamo il tubo: nel caso di oggi
era un catetere a tre vie. Lo inseriamo per alcuni centimetri nello stomaco e
quindi chiudiamo la “borsa di tabacco” per evitare deiscenze di contenuto
gastrico in cavita’ peritoneale.
Quindi apponiamo dei
grossi punti di sutura in vicryl tra lo stomaco attorno alla stomia e la parete
addominale anteriore: questi punti, una volta chiusi adeguatamente tengono lo
stomaco fermamente ancorato alla parete ed anche questo impedira’ deiscenze di
materiale alimentare in peritoneo, anche all’atto del cambio del tubo
(normalmente ogni due o tre settimane).
Completata questa fase,
ed assicutatisi che non ci sia tensione della parete gastrica adesa a quella
addominale anteriore, procediamo alla chiusura per strati (peritoneo parietale,
fascia e quindi cute). Per i primi quindici giorni fissiamo il tubo di stomia
alla cute con un punto di sutura, cosa che poi omettiamo in seguito, quando
pensiamo lo stomaco ormai fermamente adeso alla parete.
Cominciamo con prudenza
l’alimentazione per tubo gastrostomico non appena il paziente e’ sveglio:
trattandosi di persone defedate e digiune da vari giorni, la rialimentazione
avviene per gradi, iniziando con destrosio al 5% per due giorni, passando poi a
latte in terza giornata post-operatoria.
A questo punto facciamo
aggiungere alla dieta dei succhi di frutta, dell’olio, della margarina, delle
uova alla coque, del brodo di carne, ecc.
In pratica cerchiamo di
ottenere delle pappette che siano il piu’ possibile ipercaloriche ed allo stesso
tempo liquide o semiliquide. Importantissimo e’ il lavaggio del tubo con acqua
dopo ogni pasto, per evitare che si blocchi.
Nonostante tutto cio’ un
catetere Foley sara’ otturato dopo due settimane, mentre un Pezzer puo’
resistere anche 3-4 settimane.
Il cambio del tubo
gastrostomico e’ semplicissimo, e normalmente diamo istruzioni ai dispensari
vicini all’abitazione del paziente per l’esecuzione di tale procedura.
Importantissima e’ anche la formazione dei familiari alla preparazione delle
zuppe ipercaloriche.
Purtroppo la gastrostomia
non risolve il problema della scialorrea, in quanto questi malati non
riusciranno comunque a deglutire la propria saliva. Essi devono quindi
continuamente andare in giro con un sacchetto dove sputare la propria saliva, e
rimangono sempre a rischio di inalazione e polmonite “ab ingestis”.
Devo pero’ dire che, pur
essendo un intervento palliativo, in quanto il tumore continua purtroppo la sua
azione distruttiva sull’organismo, e’ comunque una procedura socialmente
importantissima che permette a tanta gente di non morire di fame, di riprendere
qualche chilo e di correggere con una relativa facilita’ lo stato di
disidratazione.
Certo, poi moriranno di
cancro, ma vederli rifiorire quando vengono per il cambio della gastrostomia e’
per noi una bella soddisfazione: attraverso il tubo per esempio possono anche
assumere analgesici, senza dover sempre ricorrere alla via intramuscolare... ed
anche questo contibuisce al miglioramento della qualita’ di vita.
Fr Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento