La paziente era venuta in
ospedale per dolore ai quadranti
inferiori dell’addome, immediatamente al di sotto dell’ombelico. L’alvo era
pero’ aperto a feci e gas, e non lamentava vomito. All’emocromo i globuli
bianchi erano solo leggermente mossi, con una conta totale sui 7.000 e leggera
granulocitosi del 70%.
Alla palpazione
addominale non c’erano segni di occlusione intestinale o di peritonite.
All’auscultazione i borborigmi erano presenti, mentre all’ispezione si notava
una grossa massa dura ed adesa alla cute, in corrispondenza di una cicatrice
laparotomica.
L’immagine ecografica non
risultava molto chiara, ma a me pareva trattarsi di un grosso viscere cavo immediatamente
al di sotto della cute.
Abbiamo quindi fatto
ricorso alla TAC addominale, ed abbiamo avuto conferma che si trattava di una
massa attribuibile ad intestino. La radiologa parlava di laparocele
post-operatorio, con incarceramento di colon trasverso.
L’arrivo di Michele Sau,
esperto chirurgo di Oristano, ci ha permesso di affrontare l’intervento che la
paziente necessitava.
In effetti in sala
operatoria abbiamo constatato che si trattava di un grossa breccia della fascia
muscolare in corrispondenza di un pregresso cesareo (fatto con apertura cutanea
ombelico-pubica moltissimi anni prima).
La massa erniata aveva
preso aderenze davvero consistenti con la porta erniaria, e la lisi delle
medesime e’ stata alquanto laboriosa. All’apertura del sacco abbiamo pero’
constatato che il materiale erniato non era colon transverso ma fortunatamente
solo omento, che si era portato dietro il colon senza pero’ costringerlo
nell’ernia.
Abbiamo quindi sezionato
e legato l’epiploon sofferente, abbiamo preparato accuratamente la fascia, e
siamo riusciti a chiudere la porta erniaria con grossi punti staccati in
vicryl. Siccome e’ stato possibile chiudere l’aponevrosi senza particolare
tensione sulla medesima, abbiamo deciso di non usare una rete (anche
considerando l’eta’ della paziente, ormai settantenne).
Dal momento che la malata
era intubata e curarizzata, non abbiamo avuto alcun problema chirurgico
derivante dall’anestesia, e le anse intestinali sono sempre rimaste molto
lontane dalla parete addominale che stavamo chiudendo.
E’ stato un altro bel
successo per il nostro ospedale, e senza dubbio un grande aiuto per quella
signora che aveva dolore da moltissimo tempo.
Fr Beppe Gaido
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