domenica 16 settembre 2012

“Un servizio di carita’ urgente passa davanti anche alla Messa domenicale”

Cosi’ diceva San Giuseppe Cottolengo, e cosi’ dobbiamo fare talvolta a Chaaria. E’ stato cosi’ anche oggi! 
Mancavano dieci minuti all’inizio dell’Eucaristia, quando una gravida in stato di shock emodinamico e’ entrata in ospedale sulla barella. 
La spingevano i nostri watchmen ed il marito. Era sporchissima, dal momento che avevano viaggiato in matatu per cinquanta chilometri. 
La loro odissea era iniziata alle 4 di stamattina, quando si erano rivolti ad una maternita’ rurale in Tharaka: in quella struttura (che per altro non aderiva allo sciopero essendo una missione) non era stata accolta perche’ aveva un pregresso taglio cesareo e loro non avevano la sala operatoria. 
Il dramma pero’ e’ che non hanno offerto l’ambulanza! Ci e’ voluto troppo tempo per trovare un matatu ed arrivare a Chaaria quasi alle 9: all’ingresso in ospedale era pallidissima, collassata e con un addome ligneo ed assolutamente dolente che parlava chiaramente di rottura d' utero. 
Il battito cardiaco fetale purtroppo gia’ non c’era piu’. Siamo corsi in sala ed abbiamo attivato il laboratorio per le prove crociate urgenti. Il feto senza vita era in cavita’ peritoneale, dove abbiamo anche trovato una ingente quantita’ di sangue in parte coagulato. La breccia sull’utero era molto estesa e mi e’ venuta la tentazione di fare una isterectomia d’urgenza.
La donna non mi poteva dare il consenso perche’ semi-incosciente. Il marito, che era in corridoio, pero’ ha rifiutato, in quanto hanno un solo figlio, nonostante questa sia la terza gravidanza. 
Lo sposo e’ pero’ stato molto collaborante ed e’ andato subito a donare una sacca di sangue da tenere in "stand by", nel caso quella da noi “crociata” ed iniziata in sala non fosse sufficiente. La storia di Florence e’ comunque molto triste. Un anno e mezzo fa era stata ricoverata in quella stessa maternita’, ed era stata tenuta in travaglio troppo a lungo. Quando l’avevano poi portata a Chaaria per il cesareo, il bambino era cosi’ "stressato" che e’ morto pochi minuti dopo la nascita. 
Pure Florence non e’ innocente, anche se il suo sbaglio puo’ essere attribuito piu’ ad ignoranza che a cattiva fede: avendo avuto un cesareo meno di due anni fa, non avrebbe assolutamente dovuto aspettare le contrazioni, ma avrebbe dovuto scegliere il cesareo elettivo due settimane prima della data prevista per il parto. 
Pero’ quella struttura avrebbe assolutamente dovuto comprendere il pericolo a cui esponeva la donna, non offrendo una ambulanza che avrebbe potuto portarla a Chaaria prima che l’utero si rompesse. 
Fortunatamente comunque, a parte il dolore di aver perso due bambini in due gravidanze consecutive, ora Florence sta meglio: durante l’operazione la pressione e’ stata sempre al di sotto dei 50 di massima. 
Ora, dopo sangue ed infusioni endovenose, ha 120/70. Oggi a Messa non ci sono quindi andato, anche perche’ i cesarei rifiutati dalle strutture in sciopero hanno continuato ad arrivare a ritmo continuativo. 
Mi consola comunque la seconda lettura di oggi in cui San Giacomo ci dice chiaramente che “con le nostre opere, possiamo dimostrare la nostra fede...”. 

Fr Beppe Gaido 


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....