giovedì 18 aprile 2013

Annarita e Gina


Fanno servizio presso il centro dei Buoni Figli con grandissimo entusiasmo e dedizione: si occupano di loro e li aiutano in tutte le loro necessita’... alzarli, metterli a letto, lavarli, fare i letti, imboccarli, sino a portarli a passeggio.
In questo momento portano avanti anche il laboratorio occupazionale, sostituendo Sr Joan che e’ in vacanza dai genitori.
Annarita e Gina non sono solo delle volontarie a Chaaria, ma sono anche delle volontarie per Chaaria che per noi lavorano tutto l’anno.
Infatti esse preparano dei bellissimi ciondoli con la calamita che poi vendono per ricavare qualche soldino per la Missione... la gente li attacca al frigorifero e se li mette in automobile.
Oltre ai ciondoli preparano anche delle tegole pitturate da appendere al muro nelle case.




E’ bello anche lo slogan della loro iniziativa: “uniti per Chaaria” in un lavoro che spesso e’ dietro le quinte, ma che e’ cosi’ necessario per portare avanti il nostro centro con tutte le sue necessita’ economiche via via piu’ gravose.
Chaaria che unisce e che aiuta a convogliare le forze nella stessa direzione.
Ringraziamo di cuore Annarita e Gina sia per il lavoro che ora stanno svolgendo qui con noi, e sia per quello che da piu’ di un anno portano avanti in Sardegna per il “fund raising”.

Fr Beppe Gaido



1 commento:

Giulia ha detto...

Brava mamma! :)


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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