Oggi
a Chaaria ho sperimentato ancora una volta la dolorosa piaga degli aborti
clandestini: ho ricevutouna donna di 31 anni, normalmente sposata e con due
figli. Lamentava dolori addominali gravi e perdite genitali maleodoranti. La
paziente negava la gravidanza, ma l’ecografia ha dimostrato la presenza in
utero di un feto morto ed ormai macerato, di età gestazionale sugli otto mesi.
La visita ginecologica mi ha sconvolto, perchè non mi sari mai aspettato di
trovare quello che invece ho reperito. Ho infatti estratto un lungo rametto
dalla cervice uterina della sventurata: il rametto sporgeva di poco dall’ostio
cervicale ed era quasi tutto in utero. E’ quindi stato evidente per me che
questa madre sposata regolarmente si era comunque rivolta ad una fattucchiera
per essere liberata da una gravidanza non voluta.
Queste
cosiddette “traditional midwives” non hanno alcuna preparazione medica. Esse
inseriscono alla cieca un ramoscello di cassava direttamente nel collo
uterino... operazione non sempre facile, e spesso risultante in lacerazioni e
danni notevoli per future gravidanze.
Le donne pagano fior di quattrini per queste “operazioni”.
La
cassava, credo contenga qualche sostanza chimica che induce le contrazioni.
Quando la
paziente avverte i dolori del travaglio, deve quindi ritornare da colei che le
ha inserito il rametto; deve farselo togliere e poi attendere il parto in
qualche luogo segreto... naturalmente senza l’aiuto della fattucchiera, che non
si sporcherebbe mai le mani con questo crimine.
Però, spesso la cervice non si dilata e si instaura una terribile infezione che
induce la donna a correre in ospedale, dove noi regolarmente scopriamo il
misfatto.
Le più
resistenti invece fanno tutto da sole, e magari poi vengono ricoverate dopo vari
giorni per anemia in quanto continuano a sanguinare ma non possono dirlo a
nessuno.
Ci
sono delle “cliniche degli aborti” che operano nella totale illegalità.
Normalmente si tratta di infermieri o di clinical officers che gestiscono dei
dispensari privati. Ufficialmente non eseguono pratiche abortive e curano
pazienti ambulatoriali, ma poi dietro le quinte fanno i soldi con le cose più
oscene.
Per
noi è comunque molto stressante dover assistere anche queste situazioni, magari
dopo aver speso molto tempo a consolare una mamma che ha perso il figlio al
parto, o un’altra che invece non riesce a concepire e che rischia per questo di
essere ripudiata proprio a causa della sua sterilità.
Per
la paziente in questione è andato tutto bene: abbiamo indotto il travaglio con
oxitocina; il parto podalico è avvenuto senza grossi problemi; abbiamo fatto
una revisione della cavità uterina per eliminare tutti i residui post-abortivi
ed abbiamo dimesso la paziente sotto antibiotici ad ampio spettro.
Fr.
Beppe
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