Mi ero già soffermato in passato sulla bellezza della lingua
Kiswahili e sui profondi significati culturali e filosofici di tante sue
espressioni.
Oggi sono stato colpito da un altro modo di dire, già
sentito in passato milioni di volte, ma particolarmente dolce alle mie orecchio
proprio nella giornata odierna.
Lo sapete tutti che la maggior parte del mio tempo è
assorbita dalla maternità e da tutte le sue problematiche.
Mi occupo quindi
molto di vita nascente: di bambini che vengono alla luce senza problemi, ma
anche di altri che nascono pretermine e con un sacco di difficoltà a
sopravvivere.
Non mancano nella mia esperienza quotidiana i nati morti o quelli
che non ce la fanno e soccombono subito dopo la nascita, senza parlare poi
degli aborti naturali e provocati. Difficilissimo per me è poi occuparmi di
infertilità, quando una coppia non riesce ad avere un bambino dopo anni di
inutili tentativi.
Oggi per la prima volta mi sono soffermato con stupore sul
modo in cui le donne in Kiswahili dicono che hanno avuto un bimbo.
In Italiano di solito le donne dicono di “aver partorito”, o
di “aver dato alla luce un figlio”; in Inglese invece dicono: “I have delivered
a child”.
In entrambi i casi si tratta di espressioni attive, che
fanno uso di un verbo transitivo, un verbo cioè che indica un’azione positiva
in cui il soggetto è la donna stessa.
E’ la donna che dà alla luce, che partorisce, che riesce ad
avere il bambino.
Il Kiswahili invece ribalta la prospettiva ed usa una
dolcissima espressione passiva: “nimepewa mtoto”, che potrebbe essere tradotto
letteralmente: sono stata donata di un figlio... mi è stato dato un figlio.
Secondo me questo è bellissimo ed esprime un altro punto
molto forte nella cultura swahili: il figlio non lo fai tu; lo puoi desiderare;
puoi fare dei piani per concepirlo, ma poi il figlio ti è sempre donato da Dio.
“Mi è stato dato un figlio” esprime la chiara coscienza
swahili che la vita è dono di Dio di cui sempre bisogna ringraziarlo. Noi non siamo
gli artefici ma i beneficiari della vita.
Ogni volta che oggi ho ascoltato le mamme che mi ripetevano
con gli occhi lucidi che un figlio era stato loro donato, ho anche pensato a
tutte quelle povere donne che tribolano per tanti anni ed un bambino non
riescono proprio ad averlo. Il figlio è un dono che non tutti riescono ad
ottenere!
Mi sono ricordato oggi, come in un “flash back”, di una sera
in Italia a settembre scorso; ero in un bar con degli amici ed ho sentito senza
volerlo il discorso di una coppietta seduta al bancone vicino a noi.
Lui ha detto ridendo alla sua ragazza: “vuoi che stanotte
facciamo un figlio?”
A parte tutte le altre considerazioni che si potrebbero fare
su questi discorsi in un bar, oggi ho pensato che una donna swahili avrebbe
risposto a quel giovane: “stanotte possiamo fare dei piani e possiamo anche
sperare di concepire un figlio... ma il figlio lo avremo solo se ci sarà donato
da Dio”.
Fr Beppe
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