Nelle ultime due
settimane ci siamo confrontati in maniera veramente pesante con la
traumatologia: la ragione principale sono stati gli incidenti della strada, per
lo più causati da matatu e mototaxi. Non sono però mancati altri tipi di eventi,
come cadute da alberi e atti di violenza.
Abbiamo avuto quattro
pazienti con gravi traumi cranici: due hanno riportato ematomi intracerebrali
che il Dr Nyaga ha deciso di non operare e di trattare con terapia medica. Entrambi
sono rimasti in coma a lungo, ma, contro ogni nostra aspettativa, sono pian
piano rinvenuti ed hanno recuperato quasi completamente, senza neppure
riportare crisi epilettiche residue.
Un altro degente, dopo
scontro frontale tra due moto-taxi, ha avuto ferite lacero-contuse del volto e fratture
comminute del massiccio facciale con pneumo-encefalo (cioè con aria nella scatola
cranica). Inoltre ha riportato una lacerazione profonda della sclera
dell’occhio sinistro da cui abbiamo notato una deiscenza persistente di umor
vitreo per vari giorni.
Non avendo avuto la possibilità di mandarlo ad un
chirurgo maxillo-facciale, abbiamo deciso che che le multiple microfratture si sarebbero
consolidate da sole. Abbiamo quindi suturato i tagli sul volto, abbiamo bendato
l’occhio e lo abbiamo tenuto disinfettato con colliri antibiotici.
Abbiamo
instaurato terapie antibatteriche ad ampio spettro ed abbiamo somministrato
farmaci anti edema cerebrale e profilassi antiepilettica. Il malato è rimasto
in coma per vari giorni. Il volto era sfigurato ed estremamente edematoso, ma
ora è totalmente sgonfiato. Il malato è totalmente cosciente. Purtroppo ci vede
pochissimo dall’occhio interessato dal trauma, ed aspettiamo che l’oculista ci
dica cosa fare a tale riguardo.
L’altro caso è stato causato
da una caduta a terra con trauma cranico dovuto all’impatto della testa contro
una pietra. Il paziente appariva confuso e disorientato.
Alla TAC abbiamo diagnosticato
un enorme ematoma sub-durale che occupava tutta la regione parietale destra.
Il
Dr Nyaga ha eseguito trapanazione cranica e drenaggio dell’ematoma: con mia
grandissima sorpresa, già al risveglio dall’anestesia generale il malato era
completamente orientato nel tempo e nello spazio. Oggi, otto giorni dopo
l’intervento, lo abbiamo mandato a casa completamente ristabilito.
Un altro incidente di
moto-taxi ci ha obbligati ad un difficile intervento ortopedico per una
frattura comminuta di radio ed ulma destra.
Alcuni giorni fa poi, a
Chaaria è avvenuta una rapina a mano armata, che ha portato al ferimento di una
persona: l’abbiamo ricevuta alle nove di sera in condizioni gravissime a motivo
di ferite multiple da arma da taglio sul volto, sul capo, sul collo ed al
braccio destro (dove muscoli e tendini erano stati sezionati): siamo usciti di
sala all’una di notte , ma il paziente è ora in condizioni stabili e continua a
migliorare.
Ieri poi è arrivata la
ciliegina sulla torta: un uomo sulla quarantina caduto da un albero. Aveva la
coscia destra semi-distrutta da una orrenda ferita lacero-contusa da cui
protrudeva estesamente il moncone prossimale del femore.
Con una punta di
disagio poi, visitando il paziente, mi sono accorto di una seconda ferita
posteriore nel cavo popliteo del ginocchio, da cui fuoriusciva il moncone
distale del femore: si trattava di una orribile frattura esposta del femore; il
rischio di osteomielite era altissimo, per cui abbiamo deciso per una immediata
riduzione chirurgica della frattura con fissazione mediante placca e viti.
La
sutura della cute è stata estremamente difficile in quanto la lacerazione dei
tessuti era gravissima...ma alla fine ci siamo riusciti!
Come potete vedere è
stata una specie di campo di battaglia, e, se a tutto questo aggiungiamo il
normale flusso dei pazienti, i cesarei, gli interventi chirurgici programmati e
quelli di emergenza, vi lascio immaginare
quanto complesso e laborioso sia stato il periodo che abbiamo attraversato.
Fr Beppe
Nessun commento:
Posta un commento