mercoledì 21 gennaio 2015

Iniziativa "Mama Mama" dell'ufficio Donazioni Cottolengo

Siamo infinitamente grati all’Ufficio Donazioni Cottolengo della Piccola Casa di Torino che, in diverse parti d’Italia, ha organizzato varie iniziative denominate “Progetto Mama Mama”, nelle quali ci sono stati mercatini, aste ed iniziative varie di raccolta fondi.
Quest’anno la raccolta fondi è stata dedicata al supporto di mamma e bambino nelle missioni cottolenghine, ed anche Chaaria ha ricevuto una sostanziale offerta che ci aiuterà tantissimo in vari ambiti del nostro operato in tale settore: con l’offerta ricevuta offriremo terapie ospedaliere gratuite ai più poveri, pagheremo parte delle medicine alle persone che non se le possono permettere, daremo servizi di maternità gratuiti per le mamme più povere, sposorizzeremo il costo del nido per i bimbi pretermine che devono stare in incubatrice per molti mesi, faremo operazioni chirurgiche gratuite ai bimbi meno abbienti.
Di cuore ringraziamo prima di tutto i Superiori della Piccola Casa; quindi Fratel Marco Rizzonato (Direttore dell’Ufficio Donazioni Cottolengo) e tutti i suoi collaboratori e volontari. Siamo poi molto riconoscenti a tutte le comunità cottolenghine di vita attiva e contemplativa che hanno collaborato al “Progetto Mama Mama”, ed a tutte le persone che vi hanno partecipato ed hanno aiutato sia come volontari che come acquirenti.
Con questo sforzo concertato sono stati raccimolati molti soldini che sicuramente daranno una grossa mano a tante mamme e bambini che quotidianamente accorrono a Chaaria per cercare aiuto nei loro problemi di salute. 



Lo slogan dell’iniziativa era che “fare il bene, fa bene al cuore anche a Natale”, e noi aggiungiamo che sicuramente il bene che avete fatto in Italia farà del bene a molte persone ammalate qui in Kenya.
Un sincero ringraziamento ed una preghiera riconoscente.


Fr Beppe e fr Giancarlo


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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