Carissimo Beppe,
sto iniziando a
riprendere la mia vita cagliaritana solo oggi. Ma io mi conosco, e so bene che
Chaaria ha creato in me un grosso tumulto; da una vita desideravo dedicarmi
agli altri senza "rendere conto a nessuno", senza preoccuparmi degli
impegni familiari, della mia famiglia d'origine, del cellulare piuttosto che
del tempo e degli impegni mondani...
E Chaaria mi ha regalato questo grande
sogno! Tornare in Italia, con tutti gli impegni che comporta, mi ha improvvisamente
fatto ripiombare nella mia realtà del quotidiano e non è stato facile.
Ho decantato per diversi
giorni, somatizzando qua e là i vari fastidi, e ad oggi mi sento pronta per
raccontarti la mia Chaaria...
Sono partita da Cagliari
con tante paure, perplessità, senso di inadeguatezza spirituale e
professionale, ho affrontato il viaggio promettendo a me stessa di tenere duro
nonostante tutto e tutti, ma mai avrei immaginato di conquistare in poco tempo
un senso di pace e di sentirmi profondamente nel posto giusto al momento
giusto.
Certo la prima sera è
stata dura, dopo la chiacchierata con te in cui mi indicavi alcune difficoltà,
mi sono racchiusa dentro la zanzariera e ho pianto tanto, con mille insicurezze
che sono venute a galla, maturando però l'ideale per il quale ero venuta sin
lì: dare una mano e non creare problemi.
Ho iniziato così a
sentirmi parte del sistema, avevo gli sguardi dei pazienti, il coraggio infuso
da Laura e Luciano, i sorrisi dei bambini e la complicità crescente dei miei
super colleghi anestesisti.
Voglio spendere due
parole su Jesse e Mbabu: come ironicamente li chiamavo in sala sono stati
realmente i miei "boss".
Non padroni ma cavalieri gentili, ho
imparato da loro a maneggiare farmaci e gas in Italia ormai desueti, mi hanno
permesso di cimentarmi in anestesie stoicamente dignitose, di ottima fattura,
realizzate con pochi mezzi ma con estrema maestria. Insieme a loro ho incarnato
il mio ideale di anestesista: un modesto sarto che con pochi ritagli riesce a
confezionare un vestito su misura, con soddisfazione e benessere di chi lo
riceve in dono.
E' facile fare
l'anestesista in un grosso centro, hai tutti i presidi che vuoi, tutti i
farmaci in commercio,la tecnologia più avanzata per monitorizzare il paziente,
i consulenti e gli esami preoperatori per stimare un eventuale rischio
anestesiologico...
Pura utopia al momento a Chaaria! Ma non è un’utopia
ottenere una elegante condotta anestesiologica a Chaaria! Questo dipende dalla
professionalità e dall'umiltà di Jesse e Mbabu, squadra di cui sono stata
onorata di far parte nelle 3 settimane di permanenza a Chaaria! La ricerca
della sterilità e il decorso postoperatorio invidiabile fanno capire quanto i
vostri sforzi siano efficaci per la salute del paziente!!
Il clima che si respira
in sala è poi assolutamente proficuo, ho trovato disponibilità e sorrisi, anche
quando il mio inglese lasciava fortemente a desiderare!
Mi sono resa conto di
quanto una comunicazione fluida sia importante, anche perchè l'equipe è mista e
non sempre si riesce a barcamenarsi con due "sawa" e un
"murimo"!!!
Ho cercato di seguire
Laura nei suoi giri tra i degenti e nelle visite tra gli outpatients e anche
quest'aspetto mi ha arricchito soprattutto nell'animo; vedere quegli sguardi
spaventati e dignitosi allo stesso tempo, con l'abito della domenica indosso,
che dovevano consultarsi coi familiari prima di accettare un ricovero, mi ha
fatto riflettere su quante differenze culturali abbiamo, senza essere del tutto
sicura nel preferire la nostra!!
Uno degli aspetti che mi
ha fatto riflettere di più è stato il ruolo della donna, la donna africana è la
vera emancipata!!!!
Lavora come una bestia,
mette al mondo dei figli senza preoccuparsi del non poter provvedere a loro, si
occupa del marito, c'è una reale collaborazione tra donne e quel momento in cui
nasce un bambino è avvolto da un alone di naturalezza che non avevo mai
percepito in italia; non è un momento straordinario, ma naturale!
Devo
ammettere che mi sono più volte sentita una stupida nel vedermi apparentemente
più emozionata di loro, alla nascita del loro bimbo... poi pian piano nei
giorni mi sono resa conto che non lasciavano trasparire nemmeno il dolore o la
disperazione, come se fossero ostinatamente legate ad un senso di pudore e
privacy dei loro sentimenti ed emozioni, che in Italia invece non siamo
abituati a tenere per noi.. è tutto pubblico e sfacciato!
E da quel momento ho
sviluppato onore e rispetto per quella forma di espressiose-non espressione
dei propri sentimenti!
La vostra accoglienza. Mi
vergogno di chi a volte ha osato lamentarsi del vostro vitto e alloggio.
Io
personalmente mi sono sentita trattata come una regina: il cibo era sempre
vario ed abbondante; ho trovato carinissimo lo sforzo nel cucinare italiano, le
coccole a base di mandazi e torte, e il caffè sempre pronto a scaldarti il
cuore!
Morale della favola: manco Chaaria è riuscita a farmi dimagrire!!!
A Chaaria ho vissuto 3
settimane intense, tra gioie e dolori..
Grazie ancora per aver
condiviso la preghiera per l'anniversario della morte del mio papà, è stato un
momento magico.
E grazie per aver festeggiato con me i miei primi 35 anni: mi
avete commosso e non eravate assolutamente obbligati a farlo; custodirò anche
questo bel ricordo di Chaaria!
Avrei altre mille aspetti
da esplicitarti, ma se ti fa piacere te li scriverò piano piano...è una
minaccia!!!
Questa lunga mail finisce
qui, con un enorme GRAZIE a te e a Giancarlo, perchè avete reso speciale la mia
esperienza a Chaaria, e ti chiedo di porgere un grazie particolare anche a
Mbabu e Jesse, alle ragazze della sala, della degenza,della maternity, ai
bimbetti delle pediatria, agli outpatients, al grande Kimani ed
all’idimenticabile Mururu, alle suorine, ai buoni figli, a Grace e Cleto, a
Simon e Joseph e a tutti i pazienti che hanno condiviso la loro intimità più
preziosa, il loro dolore!
Spero di poter tornare a
Chaaria l'anno prossimo!!!!
Un abbraccio,
Cristina
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