lunedì 9 febbraio 2015

Suora Madre a Chaaria

Nell’ambito della sua visita canonica alle comunità delle suore in Africa, la Madre Generale Sr Giovanna Massé è passata anche da Chaaria tra sabato pomeriggio e lunedì mattina.
Con la Madre erano presenti anche la consigliera generale Sr Loredana, la superiora delegata Sr Francesca Moiana, le sorelle Sr Liviana e sr Elisa.
La visita della Madre è stata molto fraterna e cordiale. 
A lei abbiamo cercato di offrire la massima accoglienza. Bellissima è stata la cena di sabato sera in cui Fratelli e suore hanno condiviso il pasto in fraternità.
E’ stata una gioia per Suora Madre visitare la nuova maternità e vedere che l’avevamo dedicata a Sr Oliva, sempre presente nei nostri cuore e grande modello di vita religiosa per tutti noi.
Sebbene il tempo sia stato poco, sr Elisa (medico internista) ha potuto fare un po’ di esperienza con noi sia in sala operatoria che in reparto, mentre sr Liviana (educatrice specializzata) è rimasta entusiasta della mole di servizio che portiamo avanti e dei grandi passi avanti fatti negli ultimi due anni (era infatti stata a Chaaria già nel 2013).


Durante la visita canonica, Suora Madre ha annunciato anche il nome della nuova superiora delle suore di Chaaria, che da oggi è Sr Joan: a lei offriamo le nostre felicitazioni e promettiamo il nostro sostegno e la nostra collaborazione.

I Fratelli di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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