E’ il titolo di una
canzone che mi piace moltissimo e che ascolto tutte le volte che sono un po’ giu’
di morale:
“da che punto guardi il
mondo tutto dipende!”.
La simpatica canzone puo’
essere applicata benissimo a quello che voglio dirvi oggi, e desidero proporvi
anche un’altra frase ad effetto: “la bottiglia puo’ sempre essere mezza piena o
mezza vuota”... ed anche questo “dipende” dall’attitudine di chi la guarda.
Se per esempio vedo che i
malati a Chaaria sono un po’ sporchi e che l’igiene personale non e’ ben
eseguita, posso avere due diverse reazioni: la prima e’ quella di demotivarmi, di dire che i pazienti non sono assistiti come
si meritano e che lo staff non se ne cura; la seconda posizione puo’ essere
quella di pensare che, dal momento che i clienti sono spesso poco accuditi,
allora c’e’ ancora bisogno del volontariato, perche’ Chaaria con le proprie
forze per ora non ce la fa a raggiungere un buon standard di servizio. Chi
reagisce nel primo modo normalmente fa una brutta esperienza, diventa triste e
crea disagio tra il personale locale.
Chi parte dal secondo punto di vista puo’ trovare proprio nei nostri limiti uno
stimolo a lavorare sodo, a prendersi cura dei malati in prima persona offrendo
loro il meglio.
Lo fara’ per due motivi di fondo: il primo e’ che noi siamo
soprattutto chiamati a far star meglio i degenti nei limiti propri della nostra
condizione umana, ed il secondo e’ che la testimonianza del servizio portato avanti
con umilta’ e perseveranza e’ come una goccia che scava la roccia e forse pian
piano modifichera’ anche i comportamenti dei nostri dipendenti piu’ restii.
Vedete come “tutto dipende!”
A questi due punti di
vista, io ne aggiungo un altro: e cioe’ che 17 anni fa a Chaaria non c’era un
letto e non c’era neppure una barellla su cui visitare il paziente.
Se quindi oggi ci
paragoniamo agli standard europei, certamente noi siamo indietro di una
trentina di anni; ma se guardiamo a quello che con pazienza e fatica si e’
realizzato nell’arco di poco piu’ di un decennio, io ritengo che i traguardi
raggiunti siano molto piu’ significativi che le sconfitte e le mancanze... e’
la solita storia della bottiglia mezza piena o mezza vuota!
Per esempio, solo la
settimana scorsa, in un convegno organizzato dal Ministero per la Salute,
Chaaria e’ stata elogiata perche’ siamo l’unico ospedale nella Regione a non
avere alcuna mortalita’ materna al parto. Pure la nostra clinica antenatale e
l’attivita’ vaccinale sono state altamente apprezzate per l’altissimo standard
e professionalita’.
Quindi e’ assolutamente
vero che “tutto dipende”: possiamo con verita’ dire che siamo bravi perche’
nessuna mamma muore nel “peripartum” da tempi immemorabili, ma dobbiamo anche
affermare che i pazienti a volte non ricevono le terapie prescritte a causa di difficolta’
comunicative tra staff medico ed infermieristico.
Allora la bottiglia e’
mezza piena o mezza vuota?
Cio’ dipende sempre dagli
occhiali che l’osservatore si mette.
Quello che comunque mi
sento di dire e’ che lo sforzo di miglioramento e’ costante, e che sempre piu’
cercheremo di metterci assolutamente in linea con gli standard nazionali e
dell’OMS.
Alcuni miglioramenti
saranno di necessita’ strutturali, e quindi richiederanno piu’ tempo: se per
esempio mi si dice con ragione che i reparti sono troppo congesti e che ci sono
due pazienti per letto, la soluzione non sara’ cosi’ immediata.
Non piace neppure a me
una situazione di sovraffollamento, che crea tra l’altro le condizioni ideali
per le infezioni nosocomiali.
Ma per risolvere tale
problema, occorre costruire... e quindi avere capitali che per adesso non possediamo.
Ma anche in tale campo alcune piccole cose le stiamo gia’ facendo, come per
esempio il fatto di aver dedicato una sezione del camerone ai pazienti
chirurgici: non e’ ancora l’ideale perche’ ci vorrebbe un reparto di chirurgia
separato da quello di medicina, al fine di evitare che un operato giaccia nella
stessa stanza con un tubercolotico... ma la separazione in due sttori dello
stesso dipartimento e’ gia’ un passo avanti!
La nuova maternità è
ormai una bella realtà, mentre presto inizieremo la ristrutturazione della
pediatria.
Per la sala operatoria e’
sempre stato lo stesso: qualcuno ha rifiutato di operare perche’ la nostra sala
non era all’altezza di un intervento chirurgico... altri invece hanno fatto
operazioni stupende e difficilissime, e con il loro esempio ed insegnamento mi
hanno trasformato in un chirurgo. Anche in tale settore la soluzione e’
arrivata con la nuova sala, ma ci sono voluti dieci anni per la raccolta dei fondi
necessari alla realizzazione del nuovo gruppo operatorio.
Come potete vedere, davvero
tutto dipende!
Qualcuno considerera’
immonda la situazione attuale, e qualcun altro la reputa migliore di quella
vista in tante altre strutture.
E mentre vi saluto, mi
vado a riascoltare la canzone, che trovo sempre molto vera: infatti, quando ero
a Torino mi sentivo un nordista (non con orgoglio... devo dire!). Poi sono
andato a studiare a Londra, ed i Londinesi mi consideravano un povero sudista
nella mappa europea. Ora che sono in Kenya scrivo ai miei amici di Catania,
Milazzo, Napoli e Cagliari, ed essi mi rispondono: “Qui al Nord, noi facciamo
cosi’ e cosi’”.
Nella stessa ottica
Chaaria puo’ essere un ospedale stupendo, oppure una struttura disordinata e
cresciuta come un fungo senza piani a lungo termine; Chaaria puo’ servire
tantissimo la gente povera, oppure ricoverare senza poi prendersi adeguata cura
di coloro che sono in reparto.
La mia personale opinione
e’ che abbiamo fatto passi da gigante ed ancora ne faremo, seppur con tempi
evoluzionistici.
D’altra parte la pazienza
e’ la virtu’ dei forti.
Ma pue questa mia
convinzione puo’ essere confutata, perche’ “da che punto guardi il modo tutto
dipende”.
Fr Beppe
2 commenti:
è stato fatto più dell'impossibile .
Quando c' e' la Provvidenza niente e' impossibile....
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