Sono ormai passate due settimane dal mio rientro in patria.
Chiudo gli occhi e penso.
Quanti visi, quanti abbracci, quanti ricordi, quante
emozioni, quanti profumi, quanti colori…
Per me questa è stata la quarta volta in Kenya.
Avendo a disposizione però sole due settimane, ho voluto, in
compagnia di un’amica, girovagare un po’ per questo meraviglioso Paese a
salutare gli amici con cui, in questi ultimi 10 anni, mi sono tenuta in
contatto.
Mi sono separata da Serena a Meru, e sono arrivata a Chaaria
su un matatu, dopo un viaggio breve ma intenso.
Oltrepassare il cancello del Cottolengo Mission Hospital da
sola…mamma mia che meraviglia!!! Era da tanto che sognavo quel momento e
finalmente ho potuto realizzarlo.
Mi sono fermata solo pochi giorni, ma sono stata travolta in
un turbine emotivo non indifferente.
Per me è stato come tornare a casa. Beppe, Giancarlo, i
buoni figli, sr Joan, alcuni infermieri, il personale…e poi i luoghi, i
profumi,…, era come non essere mai andata via.
Ho potuto finalmente vivere questa esperienza da sola, ed è
stato fantastico! (Anche perché in quei giorni ero l’unica volontaria in
missione).
In ospedale mancavo da ben 8 anni…mamma mia quanti
cambiamenti, e quanti enormi passi in avanti sono stati fatti.
Dal punto di
vista strutturale e logistico i due nuovi cameroni, la nuova sala operatoria
bellissima e super funzionante, la maternità, la nuova lavanderia,…, e poi se
vogliamo scendere nelle pratiche assistenziali, beh, sono cambiate davvero
tante, tantissime cose. Ho visto infermieri prestare assistenza ai pazienti in
modo altamente professionale, le nuove cartelle integrate, e poi, udite udite:
i nuovi carrelli terapia!!!
Non più quei meravigliosissimi barattoli con
compresse dai mille colori, ma carrelli terapia con cassetti, all’interno dei
quali ci sono i classici blister di compresse, per cui, anche noi infermieri
italiani riusciamo ad orientarci!!!
Ogni volta che torno a Chaaria è forte per me vedere come
noi infermieri europei abbiamo tanto da imparare dai colleghi africani: loro
hanno davvero una marcia in più.
Noi saremo anche più ferrati dal punto di
vista assistenziale, ma siamo troppo abituati ad avere un medico quasi sempre
presente, e spesso non usiamo più la testa come dovremmo per ragionare, loro
invece sono preparati, agiscono in autonomia e chiamano il medico solo in caso
di estrema necessità.
Non parliamo poi dei buoni figli: angeli neri scesi sulla
terra per donare ed arricchire chi sa volgere loro uno sguardo. Anche questa
volta mi hanno donato tanto in quei pochi attimi passati insieme.
Penso al nodo in gola nel dir loro arrivederci, penso alle
lacrime versate quando salutandomi mi hanno detto che mi ricorderanno nelle
loro preghiere affinchè, il mio/nostro (mio e di mio marito) desiderio di diventare genitori, possa
divenire un giorno realtà se questo è il disegno di Dio per noi.
Loro che con difficoltà portano il cibo alla bocca. Loro che
con difficoltà confezionano garze per l’ospedale e collanine da vendere. Loro
che affrontano le difficoltà quotidiane della vita sempre con il sorriso. Loro
persone dalle quali ognuno di noi ha davvero molto da imparare. Ancora una
volta mi hanno dato un insegnamento speciale: occorre essere meno egoisti nella
vita e pensare agli altri con sorriso ed amorevolezza. Nei giorni trascorsi a
Chaaria mi hanno coccolata e mi han fatta sentire la loro principessa.
Ogni volta che parto da Chaaria penso sempre che: è molto di
più quello che ho ricevuto rispetto a quel poco che ho potuto donare nella mia
immensa povertà d’animo.
Sì, se già prima amavo l’Africa e la sua gente, questa volta
ho proprio avuto il colpo di grazia!
Credo di essere ammalata di questa strana malattia per cui
non esiste rimedio, e ne è la prova che ogni tanto io senta l’estrema necessità
di ritornare.
A TUTTI VOI GRAZIE PER AVERMI FATTA SENTIRE A CASA!!!
KWA HERI!
Simona Cavallo
PS: Simona è stata in Kenya per seguire dei progetti che con
un gruppo di Cuneo sostiene nella diocesi di Kisumu, ed è stata a trovarci a
Chaaria per pochi giorni, nell’ambito delle attività della sua associazione.
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