A Meru li
incontri spessissimo; circondano la macchina appena ti fermi ad un incrocio.
Hanno tra i denti
l’inseparabile bottiglietta di plastica sul cui fondo c’è un po’ di colla che
essi sniffano per non sentire i crampi della fame.
Sono scalzi,
stracciati, quasi sempre vestiti con abiti molto più grandi della loro taglia.
Sono in genere giovanissimi, dai 7 ai 12-13 anni. Se li guardi con attenzione,
ti accorgi che nelle loro “gang” ci sono anche ragazze, vestite alla maschietto
per coprire la loro identità.
Si accalcano al
finestrino; premono la loro faccia contro il vetro, quasi ricordandomi anche
fisicamente la barriera che ci separa: io dentro l’automobile e loro fuori,
scalzi, stracciati ed affamati.
Dar loro degli
spiccioli perchè si comprino del pane è sempre un’operazione pericolosa: appena
metti la mano fuori dal finestrino, ti saltano addosso nella disperata lotta
per accaparrarsi il poco denaro; più volte ho rischiato una frattura, quando
tutti mi tiravano l’arto qua e là.
Ma il problema continua
anche dopo che si soldi li hanno presi, perchè si azzuffano tra di loro per
accaparrarsi il bottino. Spesso poi hanno un capobanda che alla fine, dopo
tutte quelle botte, si prenderà la moneta.
Da tempo ho
deciso di non dare più soldi, ma di passare al supermercato e di acquistare del
pane che poi cerco di distribuire... senza lasciare che mi causino una
frattura.
Mi sono sempre
chiesto come sopravvivano: la loro è una vita di stenti e di espedienti. Al
mattino presto li puoi vedere al mercato generale di Meru, intenti a spingere
carretti pieni di frutta e verdura.
Lo fanno per pochi scellini che poi usano
per comprarsi qualcosa da mangiare oppure per rifornirsi di colla. Alla sera li
puoi vedere nelle varie discariche che circondano la città: anche lì cercano
delle cose da poter vendere (ferro vecchio, stracci, ecc); spesso raccolgono in
grandi sacchi di juta i contenitori vuoti del latte, perchè dicono che si
vendono ad un prezzo decente.
Altra zona tipica
in cui incontrarli è nei pressi dei ristoranti, dove sperano di avere dai
gestori gli scarti che i clienti lasciano nel piatto.
Appena fuori
Meru, tornando verso Chaaria, c’è il torrenta Kathita: pure questa è una zona
che essi amano molto frequentare e nei pomeriggi caldi li puoi scorgere in
grossi gruppi intenti a fare il bagno ed a giocare con l’acqua.
E dove dormono?
E’ difficile dirlo, ma capita di vedere gruppi di ragazzi dormine nelle aiuole
spartitraffico o sotto le tettoie dei mercati generali. Anche la stazione dei
matatu è un posto dove essi si rifugiano di notte.
Ma chi sono i
ragazzi di strada?
Sono normalmente
orfani, ragazzi rimasti soli al mondo o a causa dell’AIDS oppure per altre
storie tristi. Altre volte hanno alle spalle esperienze pesanti di abbandono
familiare.
In questi anni
abbiamo tentato di aiutarli in vari modi. Abbiamo organizzato giornate della
salute per loro; ci siamo recati a Meru ed abbiamo offerto visite mediche e
terapie assolutamente gratuite. Abbiamo organizzato dei pasti presso qualche
ristorante della città. Abbiamo inoltre offerto cure odontoiatriche, doccia e
cambio dei vestiti a gruppi di ragazzi che invitavamo a Chaaria.
Per un buon
numero di loro abbiamo trovato un posto per vivere in una comunità che li
ospita a Mujwa. L’inserimento in comunità ha cambiato la vita di tanti...
purtroppo però molti sono caratteriali e dalla comunità fuggono in fretta
perchè non amano alcun tipo di disciplina e preferiscono la vita di strada.
Ad alcuni abbiamo
trovato un lavoro, ed è bellissimo quando ora li incontriamo e ci salutano
pieni di riconoscenza.
(fine prima
parte)
Fr Beppe
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