Quest’anno il Dr
Luciano Cara, con un’ennesima donazione per Chaaria, ha completato i set chirurgici
necessari per l’applicazione di chiodi endomidollari nel caso di fratture
prossimali o distali del femore e nel caso di fratture di tibia.
La nuova tecnica è
generalmente meno cruenta ed offre la possibilità di ovviare ai molti problemi
che a volte si incontrano facendo fissazioni interne con placca e viti: nel
caso del femore la placca si può spezzare quando il paziente riprende a
camminare, e nel caso della tibia una complicazione frequente è il decubito
della placca sulla cute con la formazione di ulcere che a volte portano
all’esposizione dell’osso e necessitano di innesto cutaneo.
Da quando Luciano
è qui con noi abbiamo già operato una complicatissima frattura inveterata (di
otto mesi) di femore prossimale, ed oggi una vecchia frattura di tibia (di tre
mesi orsono). Gli interventi sono stati lunghi ma hanno sortito un ottimo
successo.
Per adesso l’alto
numero di strumenti richiesti durante l’operazione e la novità della tecnica
stessa, mettono sia me che il nostro staff a dura prova: onestamente ci
sentiamo un po’ confusi, ma speriamo di imparare in fretta.
Ci rendiamo infatti
conto che i risultati sono davvero ottimi.
La cosa bella è
che, dopo inserzione di chiodo endomidollare non dobbiamo ricorrere
all’applicazione di gesso e possiamo permettere la deambulazione con stampelle
(con parziale carico sull’arto coinvolto), già all’indomani dell’operazione.
Un altro passo
avanti per Chaaria che in questo momento sta letteralmente soffocando sotto il
peso dell’ortopedia, in quanto riceviamo casi difficilissimi ed inveterati da
molti ospedali che non sono in grado di operare fratture.
Da parte nostra
un altro grazie sincero al Dr Cara ed alla associazione volontari sardi Karibu
Kenya per la loro perseveranza, per il loro entusiasmo, per la lora generosità
nei confronti dei nostri malati e per la fiducia che hanno in noi affidandoci tecniche chirurgiche
sempre più complesse.
Fr Beppe Gaido
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