Abbiamo finalmente
ricevuto la notizia che la agitazione sindacale degli ospedalieri e’ rientrata.
Gli ospedali e le
strutture pubbliche sono nuovamente aperti, ed in effetti abbiamo sentito una
certa riduzione della pressione ambulatoriale sia per gli adulti che per i
bambini. Questo, oltre a rendere le nostre condizioni lavorative un po’ meno
estreme, ci aiutera’ anche a dimettere un po’ di pazienti ed a decongestionare
i reparti, ora al collasso.
La sala operatoria rimane
comunque congesta allo spasimo per il grande numero di pazienti ortopedici
dell’ospedale di Meru ancora qui in attesa di intervento e che il Dr Nyaga
preferisce operare qui da noi pian piano.
Naturalmente ad essi si aggiungono
molti altri operandi che si erano rivolti a noi direttamente ed in numero
elevatissimo nei giorni dello sciopero: stiamo ancora arrancando per operare
tutti, soprattutto a causa delle continue emergenze che interferiscono
pesantemente sulle liste operatorie.
Il settore in cui per adesso
non abbiamo ancora avvertito gli effetti della fine dello sciopero e’ quello
della maternita’, forse perche’ le donne non si fidano a tornare in strutture
che non si sa se sono al 100% del funzionamento. Infatti anche oggi i ricoveri
per parto sono stati tantissimi. Credo comunque, e lo spero vivamente, che
anche tale settore ritorni presto alla normalita’.
Sono stati 10 giorni
tremendi, ma anche molto belli in cui abbiamo sentito chiaramente di essere in
linea con la “mission” che ci viene direttamente da San Giuseppe Cottolengo: di “essere sempre pronti a servire i poveri ed
i sofferenti, e soprattutto quelli che sono disattesi dalle strutture pubbliche
esistenti”, e di “essere disponibili verso i bisognosi fino al sacrificio della
vita”.
E’ difficile ed a volte
fisicamente estenuante essere a disposizione ventiquattr’ore al giorno per
sette giorni alla settimana, ma devo dire che riempie il cuore e da’ ancor piu’
significato alla nostra presenza qui in Africa.
La cosa che mi e’ parsa
piu’ stressante e’ stata di ricevere tante emergenze nello stesso momento, e di
dover decidere chi aiutare per primo, con il rischio di sbagliare: sono
arrivati insieme una perforazione appendicolare con peritornite ed un cesareo
per distress fetale; un’altra volta avevo tre cesarei da fare, tutti urgenti
allo stesso modo. In un’altra occasione mi sono trovato all’una di notte, senza
energie di riserva, a dover decidere tra attesa o cesareo urgente in un caso di
abruptio placentae. Questi sono stati i reali drammi ed i momenti di panico:
quelle circostanze in cui senti che dalla tua scelta dipende la vita di
un’altra persona, ed in cui devi stare attento a non decidere soprattutto in
risposta al tuo sfinimento.
Ma credo che abbiamo
veramente dato il massimo, e che la gente in genere abbia molto apprezzato i nostri
servizi.
Fr Beppe Gaido
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