Piove a dirotto e le
strade sono davvero impraticabili. C'è fango dappertutto, ed ovunque ci sono auto impantanate di qua e di là nel
fango.
Molti pazienti sono
arrivati in ospedale a piedi, dopo che il mezzo pubblico è rimasto bloccato nel
fondo di una buca.
Anche l'auto della
polizia non è riuscita a muoversi, e gli agenti sono venuti in ospedale a
piedi:
“abbiamo bisogno della
vostra ambulanza. Gente di Chaaria ci segnala la presenza di un cadavere nel
fiume Guatu, a poca distanza da qui”.
Nonostante le condizioni
tremende della viabilità, Joseph pian piano è riuscito a percorrere il breve
percorso, tra fango voragini e pozzanghere.
Il cadavere si vedeva
chiaramente galleggiare nell’acqua color argilla della stagione delle piogge.
Il fiume era gonfio di
acqua, e l’unica ragione per cui il corpo non è stato portato via dalla
corrente è che si è andato ad incagliare tra le rocce in una insenatura che
causava risacca.
Come fare a recuperare il
cadavere?
Non ci sono state alternative.
Sotto la pioggia
battente, ormai già fradici ed infreddoliti, siamo entrati nell’acqua gelida e
ci siamo immersi fino al bacino. Abbiamo tirato il morto a riva, dove i nostri
colleghi e gli agenti ci hanno aiutati a issarlo sulla barella dell’ambulanza.
Quando abbiamo intrapreso
questa missione di recupero, pensavamo ad un incidente, ad una persona
trascinata nel fiume dai vortici che a volte ci formano sui nostri sentieri, quando
piove tanto ed essi si riempiono di acqua che scende dalla collina come in una
condotta forzata: è così facile essere portati via, quando piove tantissimo
come in questi giorni!
Ma, appoggiando il corpo
sulla barella, abbiamo notato qualcosa di diverso: ferite profonde da arma da
taglio sul capo della vittima. La profondità dei tagli che coinvolgevano anche
la teca cranica, ci ha subito fatto pensare alla panga o machete. Erano stati
colpi violentissimi che avevano causato fratture.
Non un incidente quindi,
ma un omicidio.
Siamo rientrati in
ospedale, percorrendo le poche centinaia di metri che separano il fiume dalla
missione con enormi problemi, ed impantanandoci per due volte. Siamo stati
salvati solo dalle quattro ruote motrici e dalla maestria di Joseph. Tutti
eravamo bagnati, infreddoliti e sconvolti da quello che avevamo visto.
Il corpo è stato posto
nella cella frigorifera del nostro obitorio.
Le prime indagini
preliminari hanno rapidamente permesso alla polizia di identificare il cadavere,
di sesso maschile e dell’apparente età di 30 anni: è un giovane dei dintorni,
spesso ubriaco e dedito al bere.
Quello che per adesso la
polizia ancora non sa è chi ha compiuto questo delitto ed il movente.
Fr Beppe Gaido
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