Ce lo hanno portato da
Meru General Hospital.
E’ chiaramente
psichiatrico ed ha due brutte fratture esposte sotto il ginocchio.
La storia che abbiamo
raccolto è agghiacciante: si tratta infatti di ferite da machete infertegli da
sconosciuti. Chi può essere così crudele da infierire così su un malato di
mente?
Fatto sta che la “panga”
ha sezionato non solo la cute, ma anche tibia e perone da entrambi i lati.
Devono essere stati dei colpi tremendi, inflitti con la chiara intenzione di
azzopparlo: chissà chi poteva aver paura di lui!
Il poveretto è
chiaramente fuori di testa, ed invece di starsene a letto in attesa
dell’intervento, si trascina per l’ospedale “a pancia molle” come se fosse un
serpente. Non è violento, e, quando parli con lui e gli chiedi che cosa stia
facendo sul pavimento, lui ha sempre delle spiegazioni plausibili: “cerco il
bagno; vado a vedere dove danno da mangiare”, ecc.
Oggi lo abbiamo operato,
in anestasia generale perchè temevamo che in spinale non avrebbe accettato
l’intervento e non avrebbe collaborato.
Non è stato possibile
pensare a dei chiodi endomidollari, perchè la frattura era esposta e ci
sarebbero stati rischi troppo alti di osteomielite; abbiamo quindi posizionato
dei fissatori esterni sulla tibia da entrambi i lati.
Lo abbiamo anche sedato
in modo generoso, per evitare che decida di alzarsi e di rovinare in un attimo
il lungo lavoro chirurgcico fatto in sala per lui.
Questo ragazzo fa parte
di un gruppo di 26 pazienti plurifratturati e mai operati, che ci sono stati
trasportati a Chaaria dall’ospedale di Meru.
Le ragioni per cui non
sono stati operati precedentemente sono per lo più legate in parte al
sovraffollamento di quella struttura, ed in parte anche a motivi economici: i
pazienti infatti devono pagare in anticipo per le placche e per le protesi
ortopediche...e chi non ha soldi aspetta. Aspettare significa fratture
consolidate in posizioni errate, calli ossei anormali e difficoltà chirurgiche
che crescono in maniera direttamente proporzionale al tempo intercorso tra la
frattura e l’operazione.
Luciano si sta
focalizzando sui casi più complessi perchè già ha la sensazione che non
riuscirà a finire tutti i pazienti in attesa di intervento e quindi lascerà a
me i casi meno complicati
Stiamo lavorando contro
il tempo perchè questi 26 pazienti da Meru si aggiungono ad un numero molto
elevato di pazienti ortopedici che già erano afferiti a Chaaria a motivo della
presenza di Luciano e Toto. La sala è attiva dal mattino alle 7.30 alla sera
alle 21; lavoreremo certamente anche domani e domenica, per cercare di smaltire
un po’ la congestione della lista d’attesa ed anche il numero di pazienti in
reparto...ora siamo nuovamente nella condizione di avere due pazienti per
letto.
Siamo davvero stanchi ed
a volte ci sentiamo anche un po’ soffocare dalla pressione del lavoro, ma siamo
contenti di essere sempre disponibili a chi è più bisognoso ed abbandonato.
Tra l’altro, questo
periodo con Luciano e Toto è anche un ulteriore momento formativo per il
sottoscritto, e ci stiamo focalizzando soprattutto sui chiodi endomidollari per
fratture di femore e di tibia. Credo che, con il numero di interventi che
stiamo facendo, sarò ormai indipendente con questa tecnica già dal giorno in
cui Luciano e Toto torneranno in Italia.
Fr Beppe
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