Era stata una decisione
molto sofferta quella di operare questa bambina.
Ha un certo grado di
malnutrizione e, ad un anno e mezzo di età, ancora non riesce a tener su la
testa, nè è in grado di stare seduta.
In più è arrivata in ospedale con una
brutta polmonite che abbiamo fatto molta fatica a controllare con gli
antibiotici.
Per il suo ritardo di
crescita la fisioterapia ha iniziato a dare i primi frutti, anche se sarà un
cammino molto lungo. La mamma è contenta di questo ed afferma che la piccola è
migliorata molto.
L’appetito della bambina
è pure aumentato e forse, a forza di multivitaminici ed alimenti ipercalorici,
abbiamo anche fatto qualcosa per la sua denutrizione.
Ora rimaneva il problema
dell’ernia ombelicale che a volte si strozza e rimane fuori a lungo.
Al momento l’ernia è
riducibile ma non si sa fino a quando.
Lasciarle quell’ernia
sarebbe stato un grave rischio perchè avrebbe potuto complicarsi con uno
strangolamento quando la bimba era lontana da ogni ospedale. La sua famiglia
infatti è di Laisamis e vive in un villaggio sperduto. La mamma poi non è
istruita: non conosce neppure il kiswahili: come spiegarle i segni di pericolo
e di emergenza? Come dirle quando bisogna correre in ospedale?
Alla fine oggi i polmoni
parevano abbastanza migliorati e, per non tirare le cose troppo alla lunga, con
Mbaabu abbiamo deciso di operare. Lo abbiamo spiegato alla mamma grazie alla
traduzione del suo parroco, che era venuto a trovarla ed a riportare a casa
altri due bambini ormai guariti.
La bimba è stata intubata
per l’anestesia generale, e l’intervento è andato bene: abbiamo finito in
fretta e pensavamo che tutto fosse a posto. L’erniorrafia era perfettamente
riuscita.
Appena estubata la
paziente però, si è verificato un edema della glottide e la piccola ha
desaturato pesantemente, smettendo anche di respirare.
Mbaabu è stato bravissimo
a re-intubare subito ed a riportare velocemente l’ossigeno a livelli
compatibili con la vita. Ammiro molto il nostro anestesista per la sua calma estrema,
anche in situazioni di altissimo stress emotivo.
Mentre Mbaabu ventilava
con l’ambu senza dar segni di nervosismo, io mi sentivo a pezzi ed ero pieno di
sensi di colpa: “era meglio che non operassimo???!!!”.
Mbaabu mi rassicurava
flemmatico: “la bambina sta bene e si riprenderà completamente. E’ stata una
complicazione momentanea ed abbiamo agito subito”.
Ma a me gli attimi che ne sono seguiti sono parsi eterni.
Mi chiedevo quando mai la
bimba avrebbe respirato da sola nuovamente.
Il tempo passava e Mbaabu
continuava a ventilare: in realtà, il tutto è durato meno di 45 minuti, ma a me
è sembrata una vita! Non so quanti anni di vita ho perso e quanti capelli
bianchi in più ho raccimolato in quei minuti che non finivano mai!
Ad un certo punto però sono
arrivati i primi atti respiratori, dapprima sporadici e poi sempre più regolari
e profondi.
Con grande gioia di tutti
non ci sono stati altri problemi alla seconda estubazione e la piccola ha
lasciato la sala quando era già sveglia.
Sono ora passate 3 ore e
mezza da quel risveglio ansiogeno, e la bambina è completamente sveglia e
chiede di nutrirsi.
La mamma è ignara di
tutto lo stress che abbiamo sopportato, ed è felicissima dell’esito positivo
dell’operazione.
Anche oggi ringrazio Dio
che ci ha protetti ed aiutati a raggiungere un esito positivo, nonostante
qualche momento di panico...soprattutto da parte mia.
Fr Beppe
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