E’ davvero pesantissimo
quando le chiamate notturne arrivano a raffica ed il giorno seguente non riesci
a riposare.
Nella notte tra martedì e
mercoledì l’emergenza è arrivata all’una.
Non mi hanno detto che si
trattasse di un cesareo. Hanno semplicemente chiamato per una visita di
controllo in maternità.
Arrivato in sala parto ho
incontrato una delle pochissime partorienti veramente obese: era enorme, non
solo a causa del pancione ma anche per il carico adiposo che la appesantiva.
103 chili di peso corporeo.
“La cervice è
completamente aperta dalle 23 ma il feto non scende. Abbiamo rotto le membrane
e c’è meconio”.
Sono rimasto molto
stupito che un’infermiera dell’esperienza di Susan mi abbia chiamato per una
visita e non direttamente per il cesareo: è strano e brutto nello stesso tempo,
perchè adesso sono già sveglio e la paziente non è pronta per la sala. Mentre
aspetto che venga preparata, mi avvio ad accendere i generatori di corrente e
vado a svegliare i volontari.
L’angoscia più grande per
me era comunque la spinale: temevo davvero che, a causa dell’obesità, avrei
fallito l’anestesia ed avrei dovuto svegliare Jesse, perdendo quindi altro
tempo nell’attesa che arrivasse.
Stranamente invece la spinale è venuta al primo colpo e la mamma è stata
estremamente collaborativa.
Il cesareo invece è
risultato difficoltoso, in parte per la mole della paziente.
La donna sanguinava
dappertutto e non è stato facile controllare l’emorragia. L’operazione, che
normalmente richiede non più di mezz’ora, è quindi durata circa due ore, ma alla fine è
andata bene e ci siamo diretti verso le nostre camere con la gioia di sapere
che mamma e bambino stavano bene entrambi.
Di prendere sonno dopo un
cesareo così complesso all’una di notte è davvero difficile parlarne: troppa
adrenalina in corpo. Ecco quindi che prendi sonno quando ormai è ora di alzarsi
e sta per suonare la sveglia. Ti alzi come uno zombi e ti senti a pezzi.
Iniziare a lavorare è
veramente dura quando non hai dormito niente.
Rischi di essere nervoso
con i pazienti ed irritabile con lo staff.
Eppure la giornata di
ieri è stata intensissima ed ho cercato con tutte le forze di affrontare la
marea di pazienti e di difficoltà, con il solo scopo di arrivare a sera ed
andare a dormire.
Erano le 22.45 quando ho
spento la luce in camera...più presto del normale, ma non ce la facevo proprio
più, neanche a leggere due pagine di un romanzo poliziesco.
Ho preso sonno
all’istante ed ho iniziato a sognare, ma ecco che nuovamente il telefono è
venuto a disturbare il riposo di cui tanto avevo bisogno.
Stessa storia della notte
precedente, ma stavolta erano le 23.50. Avevo dormito un’ora soltanto.
Si trattava ancora
dell’infermiera della maternità, e nuovamente il messaggio era ambiguo.
Dovevo fare un’altra
visita di controllo in maternità.
Mentre mi vestivo e mi
avviavo verso l’ospedale ho per un attimo sperato che si trattasse di
un’ipertensione o di qualche altra situazione in cui sarebbe bastata una
prescrizione di pochi minuti.
Invece, nuovamente, l’infermiera
della notte mi ha chiesto di valutare una gravida che con un pregresso cesareo,
ma che non ricordava la data dell’ultima mestruazione. Malvolentieri mi sono apprestato a fare l’ecografia: la ritenevo infatti
quasi inutile perchè l’addome era enorme e certamente si trattava di una
gravidanza a termine.
Dopo l’eco è ricominciata
tutta la trafila della notte prima: la donna aveva infatti una disproporzione
cefalo pelvica e non avrebbe potuto partorire.
Dopo aver settato i
generatori e svegliato nuovamente i volontari, siamo ripartiti con un nuovo
cesareo che ci ha tenuti impegnati fino all’una e trenta.
Dopo il cesareo, nuovamente
la notte è passata lentamente con poco sonno agitato e tante ore insonni a
lottare con il cuscino: è sempre così quando mi svegliano per un intervento nel
cuore della notte!
Ed anche oggi abbiamo
lavorato molto intensamente, senza un attimo di tregua: l’ultimo cesareo è
finito poco prima delle 22.
La speranza è che
stanotte non ci chiamino nuovamente, altrimenti sarebbe proprio dura!
Fr Beppe
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