La ragione per cui ieri
non c’è stato un post sul blog o su facebook è stata la totale mancanza di
connessione internet. Non partivano neanche i messaggi what's app. Di questo
chiedo scusa ai lettori che quotidianamente cercano le nostre notizie, come un
importante appuntamento quotidiano.
Oggi fortunatamente il
satellitare ha ripreso a funzionare e mi sento di nuovo connesso con il mondo.
Pasquetta per noi, come
sempre, è stata una giornata lavorativa normale, con tantissimi pazienti in
coda nel nostro ambulatorio e con una lista operatoria molto nutrita.
La gente qui non
considera il lunedì di Pasqua una vacanza significativa, e quindi viene
all’ospedale certa che noi a lavorare ci siamo e che i loro problemi troveranno
una soluzione.
L’episodio più gustoso
della giornata di ieri è comunque avvenuto dopo cena, quando stavo facendo il
giro serale.
Sono passato in sala
parto perchè ero un tantino preoccupato per una gravida a cui avevo indotto il
travaglio con il misoprostol sin dal mattino.
L’ho trovata in preda a
doglie fortissime, ma con una dilatazione cervicale che non era quella che mi
aspettavo. Onestamente avrei sperato che avesse già partorito.
Appena mi ha visto, la
donna mi ha afferrato per un braccio, e, attribuendo il dolore insopportabile
alla medicina che avevo inserito nel suo corpo, continuava a ripetermi:
“toglimela, toglimela”.
Ho tentato di fale capire
che due piccole compresse inserite nell’organismo varie ore prima erano
certamente scomparse e completamente dissolte nel suo sangue.
Lei però insisteva e
diceva che la medicina gliela dovevo togliere comunque, perchè il dolore era
troppo.
Ho tentato un piccolo
trucchetto, che per altro sarebbe risultato molto utile dal punto di vista
clinico, e le ho rotto le membrane: ne è fuoriuscito liquido amniotico chiaro e
senza problemi.
La cosa da una parte mi
ha rassicurato sul fatto che il travaglio stava comunque procedendo bene ed
insieme mi ha dato la possibilità di dire a quella mamma che con le acque era
uscita anche la medicina: ora quindi gliel’avevo tolta!
La mamma però ha
ribattuto: “non è vero! Toglimela: voglio vedere la compressa! Adesso comunque stai
con me finchè nasce mio figlio...non lasciarmi sola!”
Ero un po’ disperato a
quella richiesta perchè nella mia ultima visita avevo trovato una dilatazione
di appena tre centimetri. Ci sarebbero volute ancora molte ore! Le contrazioni
mi sembravano comunque troppo forti e mi chiedevo perchè la cervice non si fosse
ancora dilatata dal mattino.
Ho quindi deciso di
provare con un buscopan in vena, non per fermare le contrazioni (necessarie per
il parto), ma per rilassare un po’ quella cervice e permettere dunque una
dilatazione un po’ più veloce.
Subito dopo aver
iniettato il farmaco (che ovviamente dà anche secchezza delle fauci), la mamma
mi ha chiesto un bicchiere d’acqua.
Mi sono allontanato per
pochi minuti e sono tornato con quello che lei mi aveva chiesto.
Ha bevuto avidamente e
subito dopo mi ha detto: “sento le spinte e mi pare che il bambino stia
nascendo”.
“Ma figurati. Non è
possibile! Dieci minuti fa avevi tre centimetri di dilatazione. Ci vorrà ancora
un po’ di tempo ed un po’ di pazienza da parte tua. Lo so che soffri, ma è così”.
Lei però è corsa sulla
barella, ha dato due spinte, e, sotto i miei occhi sgomenti, è apparsa la testa
del bambino.
Ho avuto appena il tempo
di chiamare l’infermiera ed il piccolo era già nato...un bel maschietto senza
problemi e con un pianto vigoroso.
L’infermiera della notte,
esterrefatta quanto me, ha semplicemente detto: “davvero un parto precipitato!”.
Per fortuna comunque non ci sono state complicazioni per la mamma che non ha
sanguinato nel post-partum ed oggi è andata a casa senza problemi.
Salutandomi, ha sorriso
sorniona.
Evidentemente ricordava con
ilarità la sceneggiata della sera prima, che oggi ci faceva sorridere solo
perchè ha avuto un lieto fine.
Fr Beppe
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