lunedì 4 aprile 2016

Sms da Chaaria

Carissimi amici e lettori del blog e di facebook,
oggi abbiamo avuto la prima vera precipitazione della stagione delle piogge, e con essa abbiamo avuto un black out elettrico durato per quasi 24 ore, e naturalmente il satellitare sconnesso. 
Vi sto mandando questo messaggio con una lentissima connessione modem... e spero davvero di riuscire a farlo partire.
Ha piovuto la notte scorsa e poi nuovamente stasera dopo le 18, 30. Durante il giorno il sole era splendente e le strade asciutte. Ecco che quindi anche oggi abbiamo avuto la solita marea di almeno 400 pazienti ambulatoriali da servire ed assistere.
Abbiamo avuto un numero incredibile di ricoveri per fratture molto brutte e tutte dovute ad incidenti della strada.
Proprio mentre operavo la prima di queste fratture e cercavo di ridurre un femore trasformato in poltiglia, mi sono procurato uno strappo muscolare alla schiena e da stamattina ho dolori fortissimi, soprattutto in certe posizioni.


Ho comunque cercato di fare del mio meglio e di finire non solo la lista operatoria ma anche tutti i pazienti ambulatoriali.
Mi sento proprio azzoppato e quasi un vecchietto che fa fatica persino a camminare...ma spero di stare meglio domani.
Scusate se non riesco a far partire alcuna foto.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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