Poi, subito dopo l'eucaristia, sono arrivati tre cesarei a raffica. Il primo caso era un podalico con dilatazione quasi completa; il secondo un distress fetale in una mamma a cui stavo inducendo il travaglio con oxitocina ed il terzo un pregresso cesareo per disproporzione cefalopelvica.
Siamo comunque riusciti a fare in fretta e bene: tutto ok per mamme e bambini ed alle 15 gia' eravamo a pranzo.
Onestamente speravamo in un pomeriggio tranquillo ma cosi' non e' stato, in quanto le complicazioni sono arrivate in abbondanza: un aborto incompleto, una ferita da panga con interessamento tendineo e poi...dulcis in fundo... una pugnalata nella pancia.
La storia riferita da quest'ultimo paziente era chiaramente inverosimile: sosteneva infatti di essere caduto accidentalmente su una panga che giaceva a terra in posizione piu' o meno verticale.
Come sempre ho preferito non indagare oltre... tanto in questi casi la verita' non la si viene mai a sapere.
C'era sia una porta di ingresso che un taglio di uscita dell'arma sul fianco sinistro del paziente.
Ho fatto dapprima un'ecografia che ha escluso liquido libero in peritoneo. Poi ho esplorato il tragitto della ferita con paziente sedato: diciamo che ha avuto una fortuna spacciata in quanto il machete e' entrato ed uscito rimanendo nel muscolo e senza penetrare in cavita' peritoneale. Abbiamo quindi suturato solo muscolo e cute ed il paziente se l'e' cavata veramente con poco... avrebbe potuto essere una lunga laparatomia.
E cosi', tra una cosa e l'altra, era ormai ora della preghiera vespertina, ed anche oggi posso sospirare con Quasimodo: "ed e' subito sera".
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