mercoledì 6 luglio 2016

Lavori di cacca

La maggior parte dei nostri pazienti vive in abitazioni che non hanno un gabinetto, ed anche coloro che ce l'hanno fanno normalmente uso della classica "pit latrine", cioe' di una fossa profonda e coperta da una lastra di cemento con un buco in mezzo...una specie di turca su un pozzo a perdere. 
Certamente nessuno ha lo sciacquone per il wc a casa.
Questo fa si' che molti dei nostri ricoverati non abbiano la piu' pallida idea di come si usa un servizio igienico. 
Lasciamo stare oggi il particolare che moltissimi i propri bisogni li fanno fuori dal buco della turca...e magari sul marciapiede antistante i servizi!
Oggi il problema che desidero condividere con i lettori e' il fatto che nei gabinetti ci buttano veramente di tutto: dai pannolini per signora alle borse di nylon con i loro rifiuti. 
Questo e' un continuo disastro per nostro sistema fognario ed una croce ripetuta per il nostro personale di manutenzione. 
Non passa mai piu' di una settimana infatti prima che una tubatura si blocchi da qualche parte e che i servizi igienici si riempiano di ogni sorta di escrementi umani.
Anche questa notte siamo di nuovo alle prese con uno di questi "problemi di cacca": abbiamo infatti la fogna dell'ambulatorio bloccata e bisogna svuotarla completamente... naturalmente non abbiamo un'autobotte ed il "lavoro sporco" lo debbono fare a mano, armati solo di secchi e badili e protetti semplicemente da stivaloni ai piedi e da una maschera da sala operatoria a coprire naso e bocca.


Lo diciamo sempre ai pazienti di non usare i servizi come il bidone dell'immondizia, ma si tratta di una guerra persa in partenza, sia perche' molti neppure sanno che cosa sia un gabinetto e sia soprattutto perche' ogni 4 o 5 giorni i pazienti cambiano e quindi bisogna ripetere le stesse raccomandazioni all'infinito con i nuovi ricoverati.
Mentre vi scrivo mi arrivo l'olezzo di fogna che ci accompagnera' per tutta la notte. Eppure io sono a distanza di sicurezza... non oso pensare a cosa sentiranno nelle narici i poveretti che sono dentro la fogna a riempire i secchi.
Nessuno ringrazia mai questi nostri eroi della manutenzione... lo faccio io stasera con grande rispetto per il coraggio e la dedizione con cui fanno tali lavori cosi' umilianti.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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