sabato 6 agosto 2016

Dove vanno le vostre donazioni

Oggi è stata una giornata di lavoro particolarmente intenso nel cantiere edile dell'ospedale.
Era infatti stata programmata la battuta di cemento.
Il lavoro è iniziato stamattina prestissimo: mancava la luce, ma fortunatamente la betoniera andava a benzina...per cui non ci sono stati ritardi.
Tantissimi hanno partecipato all'opera, ed entro il buio la battuta di cemento era completa.
C'è stato un momento di tensione e difficoltà, quando la betoniera si è rotta ma, in un modo o nell'altro, il lavoro è stato completato.
Ora la costruzione osserverà una pausa tecnica di circa 40 giorni in cui si lascerà asciugare adeguatamente il cemento armato, prima di ripartire con l'edificazione del secondo piano.
Siamo molto riconoscenti ai nostri donatori che nel silenzio ci aiutano con le loro continue e generose offerte.
Rinnoviamo la nostra gratitudine all'Associazione Volontari Missioni Cottolengo, seriamente ed entusiasticamente impegnata nel difficile lavoro di raccolta fondi, che ha permesso alla costruzione di giungere fino al livello a cui siamo oggi.


Un grazie sincero a Fr Giancarlo che si sobbarca il compito quotidiano di seguire i lavori edilizi...compito poco gratificante ed ancor meno riconosciuto.
Una preghiera sincera per tutti i benefattori.

Fr Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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