Oggi ho celebrato le mie “nozze
d’argento con la medicina” con il cuore pieno di riconoscenza e con un misto di
sensazioni che mi aiutano a ricordare un po’ i vari aspetti di questa splendida
professione e missione. Era il 5 novembre 1991, quando qualcuno ha pronunciato
la frase fatidica che mi ha dichiarato dottore in medicina e chirurgia.
Di acqua ne è passata
tanta sotto i ponti...tante cose sono cambiate da allora; soprattutto sono
cambiato io, e non solo perchè sono più vecchio di 25 anni!
La giornata di oggi è
iniziata presto in sala operatoria con una tiroidectomia che ho fatto da solo,
con trepidazione ma anche con una certa tranquillità: mi sono sentito giovane
ed ancora in grado di imparare in questa infinita formazione permanente che è
la medicina. Che bello arrivare alla soglia dei 55 anni e potersi sentire
ancora come uno specializzando che vuole e deve imparare tante cose nuove, per
servire gli altri sempre meglio e sempre di più!
Celebrare il mio venticinquesimo
di medicina con una tiroidectomia andata bene è stato davvero un bell’inizio.
Mi ha galvanizzato e mi ha fatto pensare che nei prossimi 25 anni avrò ancora
tantissimo di apprendere.
A questo intervento ne è
seguito un altro, altrettanto impegnativo: addome acuto da peritonite
purulenta, secondaria ad appendicite retrocecale.
Anche questo intervento è
andato bene e siamo riusciti a fare l’appendicectomia, senza causare
perforazioni intestinali; l’operazione è stata veloce ed in un’ora o poco più
avevamo già richiuso la cute...ma il paziente ha avuto problemi di risveglio. Mbaabu
ha tentato il tutto e per tutto, ma non è riuscito a svezzarlo dal ventilatore.
L’operato non riprendeva la respirazione spontanea. Poi si è instaurata un’ipertermia
maligna, complicazione rara ma sovente letale dell’anestesia con gas e curaro.
La febbre è andata oltre i 42 e non siamo riusciti a controllarla con i farmaci
a nostra disposizione. Dopo un intervento perfettamente riuscito, non abbiamo
però salvato la vita del paziente che ci è morto in sala dopo 3 ore di
estenuante rianimazione.
Eravamo tutti stremati e
depressi.
Inoltre bisognava anche
dar la notizia ai parenti, che erano fuori ad attendere notizie dalla sala.
Mi ha aiutato Fr
Giancarlo perchè proprio io non ce la facevo a dar loro la notizia.
Il mio entusiasmo per la
tiroidectomia, ed anche per questo intervento che avevo fatto senza problemi, è
quindi svanito completamente dopo poco più di due ore, lasciandomi nel cuore un
senso di vuoto e di smarrimento.
Ma pure questo mi ha
ricordato un altro grande aspetto di questi 25 anni di medicina pratica: quante
sconfitte, quante volte in cui ha vinto la morte, lasciandomi devastato; quanto
dolore condiviso ed anche provato insieme ai miei malati ed ai loro familiari!
Sì, 25 anni di traguardi
raggiunti, di nuove tecniche apprese e messe in pratica, di prestazioni
cliniche sempre più elevate ed avanzate; ma anche 25 anni di sconfitte e di
dolore vero e profondo, soprattutto di fronte alla morte.
E poi tanto lavoro: oggi
è stato uno di quei sabati terribili in cui si esce di sala operatoria che son
quasi le 20. Avresti voluto staccare un po’ la spina, ma non ci sei riuscito
perchè i bisogni sono sempre tanti.
Pure questo aspetto ha
avuto il suo senso nella celebrazione feriale del mio “silver jubilee” come
medico.
Se penso al tempo
trascorso a Chaaria, ma anche a quello precedente in Italia, è stato sempre
caratterizzato da tantissimo lavoro, da innumerevoli sacrifici, da tanta
dedizione al paziente e da una sincera donazione personale.
Fatica, impegno e
sacrificio...elementi davvero importanti nella “missione” di un medico che è
sempre chiamato a vivere la propria professione come un servizio all’umanità
sofferente.
Ora è ormai giunta la
sera. Le luci in sala operatoria sono al momento spente. La sala parto è vuota.
I reparti sono tutti pienissimi, ma i malati sono tranquilli.
Provo a fare un bilancio
di questi 25 anni, e non trovo altro da fare che ringraziare il Signore per tutto
quello che mi ha donato in tale lungo periodo di continua crescita
professionale e di innumerevoli soddisfazioni; quello che sono diventato come
medico e come chirurgo (qualcuno dice che sono un medico a 360 gradi) è
certamente dono Suo, dono accolto con riconoscenza e fatto fruttificare con un
sincero e quotidiano impegno personale.
La giornata di oggi (vorticosa,
esilarante per molti aspetti, entusiasmante per i nuovi traguardi che ancora mi
si presentano, ed allo stesso tempo triste e depressa per gli eventi di morte
che l’hanno caratterizzata) è per me un’occasione grande di rendimento di
grazie.
Grazie al Signore per il
dono della vita e della salute, che posso mettere a disposizione degli altri.
Grazie ai superiori della
congregazione che hanno creduto in me non solo come Fratello del Cottolengo, ma
anche come medico.
Grazie a tutti i
volontari che hanno visto in me dei talenti che neppure sapevo di avere, e che
hanno voluto investire in me e credere nelle mie potenzialità umane e
professionali. Sono stati loro a rendermi quel medico tuttofare che sono
diventato pian piano nel corso degli anni.
Oggi è stato un giorno
assolutamente feriale e lavorativo esternamente, ma è anche stato un giorno di
gioia semplice e profonda nel segreto del mio cuore.
Fr Beppe
2 commenti:
Auguri e un abbraccio carissimo Beppe, medico, amico.
Nei prossimi 25 anni di "carriera" spero mi insegnerai il segreto della tua forza e perseveranza, oltre ovviamente
alle tue competenze.
Un abbraccio
Marco
Buon anniversario. E complimenti per il traguardo... c'è ancora tanta passione ed energia nei racconti del tuo mestiere :) Lidia
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