venerdì 16 giugno 2017

Con un pò di coraggio ed incoscienza

"Mia figlia ha questa escrescenza dura della mandibola da quando era piccolissima.
Pare che ora tenda a diventare sempre piu' grande.
Non le fa male ma le sta deturpando il viso, ed ora che ha 12 anni, anche a lei da' fastidio. Ho visto dei medici a Nairobi ed ho speso un sacco di soldi.
Le hanno fatto una panoramica e poi anche una biopsia.
Mi hanno detto che si tratta di una cisti odontogena e che dovrebbe essere benigna. Mi hanno anche consigliato l'intervento, ma la cifra che mi hanno chiesto e' stata del tutto inavvicinabile per me.
"Per favore aiutatemi voi qui a Chaaria perche' non ho soldi per andare altrove" Naturalmente io ho deciso di ricoverare la ragazzina ed ho deciso di operarla.
"Se non hanno soldi, questo e' chiaramente un caso per il nostro ospedale!"
Ieri notte pero' non ho dormito e mi sono venuti gli incubi al pensiero che poi io mi trovi di fronte ad una emorragia che non posso controllare. 


Mi sono dato dello stupido, ed ho pensato che sarebbe stato meglio non imbarcarmi in un'impresa tanto pericolosa.
Nonostante queste mie remore interiori, e' sempre stata molto forte in me l'idea che ci volevo provare.
Allo staff non ho confidato le mie paure; al contrario, mi sono dimostrato molto tranquillo e rilassato, in modo da non trasmettere loro le mie insicurezze Mbabu ha deciso di scegliere l'anestesia generale, soprattutto per evitare inalazione di sangue nelle vie aeree. La bambina e' stata quindi intubata.
Io ho scelto l'accesso gengivale: la mia idea era di riuscire a conservare abbastanza mucosa da poter poi richiudere la cavita'.
Mi sono affidato quindi a scolla-periostio e pinza ossivora.
Sono riuscito ad aggredire la cisti ed a toglierla completamente, anche con il dente in essa incluso.
Avevo operato altre cisti ossee, ma si era sempre trattato di ossa lunghe, e mai di mandibola
L'emorragia comunque e' stata meno importante di quello che mi sarei aspettato.
Ciononostante ho zaffato la cavita' lasciata dalla cisti con delle garze emostatiche.
Sono riuscito a richiudere la gengiva che avevo aperto a croce sulla parte buccale della cisti stessa.
Ad intervento finito la tumefazione era completamente scomparsa.
Sono davvero contento di questo piccolo intervento di chirurgia orale, un'area in cui mi muovo ancora in modo molto incerto.
E' bello poter rispondere positivamente alle aspettative dei pazienti, soprattutto quando non hanno altri a cui rivolgersi per motivi economici.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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