lunedì 24 luglio 2017

Donazioni

Oggi siamo riusciti ad assemblare le due barelle donateci dalla Fondazione LubDub: sono molto belle e funzionali.
Le abbiamo rivestite con un telo impermeabile e subitio le abbiamo usate a piu' non posso nel trasporto dei pazienti da e per la sala operatoria.
Una donazione quanto piu' opportuna e benvenuta in questo momento di grande congestione in ospedale!
Nell'altra foto potete vedere un esempio delle cinque carrozzine che la Fondazione Walkaround ha donato al nostro centro per i Buoni Figli.
Nella foto vedete Ken, che per adesso e' in pediatria, nell'attesa che si liberi un posto su al centro. Lo vedete con Mercy che di lui si prende cura ogni giorno.
Siamo estremamente grati ai nostri benefattori che ci aiutano e desiderano vedere la crescita dell'ospedale ed il miglioramento del nostro servizio ai pazienti.
La fondazione Lubdub si e' dichiarata diponibile ad una seconda donazione di strumentario chirurgico per la sala operatoria, mentre la Fondazione Walkaround ci ha promesso carrozzelle da adulto per gli ospiti piu' grandi del Centro Buoni Figli.
Noi che siamo i beneficiari di tanta generosita' non possiamo che esprimere la nostra gratitudine ed il nostro impegno incondizionato nel servizio.


In questa mail di ringraziamento non posso ora dimenticare la farmacia dell'ospedale Cottolengo di Torino che, con estrema generosita' ed assoluta regolarita', nella persona della dottoressa Elisabetta e di Sr Paola, sempre vengono incontro a tutte le nostre richieste di materiale sanitario...tramite Fr Giancarlo riceveremo anche questa volta guanti sterili, fili di sutura, sacche per lavaggio continuo dopo prostatectomia ed un martello ortopedico.
Onestamente non ho parole per esprimere la nostra riconoscenza.
Proetto comunque una preghiera per tutti i nostri benefattori.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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