giovedì 4 gennaio 2018

Interesse crescente per le lezioni del lunedì

La vita e' davvero strana: per anni si puo' dire che sono stato da solo a far lezione il giovedi' per lo staff dell'ospedale.
Rarissimo era che qualcuno mi volesse aiutare a far lezione.
Qualche volta lo faceva Ireen di DREAM.
Lo staff pareva come anestetizzato da questa pratica settimanale e ci veniva un po' per forza e soltanto quando in turno. Non era raro per me sentire pesantemente che la platea non mi seguiva e che molti dormivano.
Nessuno faceva lo sforzo di venire un'ora prima per imparare qualcosa, se il suo turno iniziava alle 9.
Anche i volontari soventissimo non venivano piu' a lezione, preferendo iniziare ad operare presto anche il giovedi', e costringendo cosi' anche anestesisti e personale di sala ad essere assenti.
Dal mese di dicembre registro invece un invertimento di tendenza.
Sara' stata la forzata pausa causata dello sciopero e dal superlavoro ad esso collegato. Non lo so.
Forse molti si sono resi conto di quanto importante sia l'aggiornamento e la formazione, senza i quali si peggiora sempre, ci si cristallizza e ci si fossilizza sulle proprie abitudini cliniche e sulle poche cose conosciute e ritenute immutabili.


Per ragioni comunque a me non completamente chiare ora noto una partecipazione altissima da parte del nostro staff: stamattina non bastavano le panche perche' tutti potessero sedere. Abbiamo dovuto aggiungere sedie.
In questo periodo, i volontari vengono a lezione e le apprezzano moltissimo.
Molti si rendono disponibili a presentare degli argomenti al posto mio, e questo mi rallegra moltissimo.
Stamattina, mentre introducevo Tim e Kate che hanno presentato rispettivamente "il danno renale acuto" e "la fibrillazione atriale", con una punta di humor sottolineavo il fatto che di solito ero sempre io a dover pensare a cosa mai presentare il giovedi' seguente, mentre ora ho il problema di come accomodare tutti i docenti che vogliono presentare...ci vorrebbero due lezioni alla settimana e non una.
E' bello per me star seduto ad ascoltare una presentazione clinica accurata ed interessante.
E' stupendo percepire l'attenzione dello staff che non dorme piu' e fa anche domande.
Siamo in genere cosi' presi dalle nostre lezioni che il problema principale e' oggi quello di non sforare e di chiudere l'occasione formativa entro un'ora, come previsto dal programma e come richiesto dal superlavoro di Chaaria.
Se seguissimo l'onda dell'entusiasmo la lezione durerebbe due ore e piu'.
Spero solo che questo impegno sia duraturo nel tempo.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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