martedì 2 ottobre 2018

Emozioni otorino

E' stato toccante vedere alcuni dei pazienti a cui era stata donata la coclea per udire dal gruppo di otorini recentemente a Chaaria: alcuni di loro avevano espressioni di entusiasmo senza controllo, davvero al settimo cielo.
Ricordiamo un giovane uomo che aveva perso l'udito prima della nascita del suo figlioletto. Era commosso e piangeva quando di colpo ha udito per la prima volta la voce di suo figlio di quattro anni.
Pensiamo a Lucy che ha una bambina piccola di circa un anno: Lucy era convnita che sua figlia fosse muta, perche' non la sentiva piangere, ed anche quando era malata e stava male di notte, non la sentiva e se ne accorgeva al mattino perche' vedeva il vomito sul cuscino.
Si e' commossa quando ha sentito il pianto della sua piccola.
E poi uno studente del Tharaka, che in qualche modo riusciva a leggere le labbra del professore: dopo aver ricevuto l'apparecchio alla domenica ed aver scoperto che ci sentiva bene, si e' fermato a messa in ospedale e poi ci ha lasciato una bella lettera di ringraziamento.


Certamente questa missione otorino appena conclusa ha avuto valenze umane che vanno ben al di la' della patologia organica di cui i pazienti erano affetti.
Grazie ancora ai nostri benefattori.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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