giovedì 4 ottobre 2018

Il collo dell'imbuto

Il mio scritto vorrebbe essere solo di aiuto nell’organizzazione delle future missioni chirurgiche su Chaaria.
Mi si chiede sovente: “Le infermiere di sala e le strumentiste in un team chirurgico italiano sono utili o meno?". Questa e’ una domanda che mi sono posto a lungo. E’ tanto che ci penso e mi sembra di poter dire di si’... soprattutto se si tratta di una sola strumentista per gruppo, la quale abbia voglia di lavorare in ottica di collaborazione con il personale di sala di Chaaria. La strumentista dovrebbe dedicare del tempo a stare con le ragazze incaricate dei ferri chirurgici; dovrebbe insegnare loro come si prepara l’allievo, e come si offrono i ferri al chirurgo. Magari potrebbe anche insegnare loro la nomenclatura internazionale degli strumenti in modo piu’ sistematico. Ma soprattutto le deve rispettare, e deve accogliere il modo in cui lavorano. Le nostre strumentiste sono molto brave e sono certamente competenti e preparate.



Questo mi riporta indietro di un passo... anche i chirurghi non dovrebbero mai operare da soli, ma dovrebbero sempre chiamarmi, in modo che l’operazione diventi formazione ed apprendimento per me.
Cosa dire dei volontari anestesisti: sono assolutamente benvenuti, ma devono collaborare con i nostri anestesisti. Non devono tagliarli fuori. Certamente, in un’ottica di amicizia e di rispetto, potranno anche insegnare molto, ma solo se riescono ad instaurare un rapporto positivo con i nostri anestesisti.
Ho parlato di collo dell’imbuto perche’ chi e’ gia’ stato a Chaaria lo sa che l’ospedale praticamete e’ come un enorme repartone, con tante esigenze che fanno capo a pochissime persone, le quali si dovranno barcamenare tra i vari settori.
Per esempio le stesse ragazze che strumentano durante un intervento,
sono anche quelle che puliscono la sala dopo il medesimo; inoltre soventissimo sono anche le traduttrici per altri volontari italiani presenti. Esse sono pure incaricate della sterilizzazione e dell’endoscopia digestiva.
Io non ho solo gli interventi a cui pensare, ma anche gli altri pazienti ricoverati, la maternita’ e tutti i malati esterni. Questo significa che ci saranno certamente dei tempi morti tra una operazione e l’altra, e che per esempio i chirurghi dovranno pure fare ambulatorio ed aiutare a visitare pazienti con problematiche chirurgiche. Le infermiere di sala volontarie poi, nei momenti tra una operazione e l’altra potranno aiutare nelle pratiche di sterilizzazione e pulizia.
Quello che intendo dire e’ che i team devono essere aperti a lavorare con il personale locale; devono avere pazienza se la seduta sara’ spezzettata da tante altre incombenze intermedie (e tante emergenze inaspettate...prima di tutto cesarei!), e soprattutto devono lavorare con lo staff in modo fraterno.
Non credo che sia necessario ripetere che l’Inglese e’ quanto mai importante: le nostre strumentiste ed i nostri anestesisti non conoscono l’italiano.
Spero di essere stato di qualche utilita’ a chi programma di venire a Chaaria ad operare con noi.

Fr. Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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