lunedì 15 aprile 2019

Ed erano tre...

Non so neppure quanti cesarei abbiamo fatto oggi...uno complicato in modo serio da una emorragia post-partum che per fortuna siamo riusciti a controllare...gli altri andati lisci.
L'ultimo cesareo finisce che sono quasi le 23.
Siamo cosi' stanchi che quasi non ci vediamo piu'.
Dovrebbe essere un parto gemellare secondo il dato ecografico: il primo pupo esce in posizione cefalica e piange subito.
Il secondo sembra che non voglia uscire. Ha un sacco amniotico separato ed integro ed e' in posizione podalica. Rompiamo le acque e lo facciamo nascere tirandolo per i piedi. Anche lui non si fa pregare e strilla forte gia' sul lettino operatorio.
Inserisco la mano nella breccia chirurgica per eseguire il secondamento della placenta, ma sento qualcosa di strano. Ci metto meno di tre secondi a capire: " abbiamo un terzo gemello e sta nascendo cefalico".
Sono piccolini ma sembrano forti e speriamo che ce la facciano. Non abbiamo posto in incubatrice perche' le abbiamo gia' tutte piene, ma staranno con la mamma.


Questa donna aveva un figlio prima della gravidanza in corso.
Ora si ritrova ad averne quattro.
Non penso che sara' facile per lei e per la sua famiglia.
Ma so che questi bimbi saranno amati e accuditi al meglio.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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