martedì 17 novembre 2009

Il nostro ringraziamento

Il nostro cuore trabocca di gioia: oggi abbiamo quasi saldato il conto delle medicine, e siamo stati in grado di acquistare un aspiratore nuovo per la sala parto. Tutto questo lo dobbiamo alle generose offerte di tanti amici a volontari.
In particolare, desideriamo esprimere la nostra riconoscenza  al dr Tonso e signora Matrone; all’ ingegner Vitale e signora Antonella; al signor Olivetti Emanuele; al prof Grillo; al signor Caviasso Guglielmo ed Elisa.
Ringraziamo inoltre la dottoressa Maria Teresa Taricco, mia prima maestra di ecografia; la signora Commissari Angela, i signori Emilio e Lia Rinaudi; la agenzia viaggi Summertour international.
Dio Benedica tutti per le grandi e piccole offerte che ci avete mandato. Il mare e’ fatto di tante gocce, e senza la goccia non ci sarebbe l’oceano.
Il nostro grazie per aver potuto pagare le medicine, nostro cuccio ed ansia quotidiana. Il nostro ringraziamento anche a nome dei neonati a cui possiamo ora aspirare le secrezioni senza piu’ temere che l’aspiratore si arresti da un momento all’altro.


La comunita’ di Chaaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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