mercoledì 18 novembre 2009

La nostra lotta contro gli spiriti maligni

1) Ali’ ha 5 anni di eta’, ed il suo viso e’ tondo come la luna piena. Anche la sua pancia e’ ora distesa, mentre le sue gambe sono edematose.
Ce lo hanno inviato da Isiolo perche’ pensano ad una malattia di cuore e vogliono un ECG. La mamma pero’ e’ sicura che si tratta di malocchio e che ci sono degli spiriti che vogliono far soffrire il suo bambino.
Spendo un po’ di tempo con lei e cerco di convincerla del fatto che la malattia non e’ mai una punizione divina, neanche in un contesto animista, in quanto Dio e’ creatore, e quindi e’ colui che sostiene la vita. Non potrebbe essere Dio, se il suo compito fosse quello di far soffrire l’opera delle sue mani. Non sono convinto che la donna mi abbia creduto.
L’elettrocardiogramma era comunque negativo, mentre invece l’ecografia addominale rivelava dei reni gonfi e “non belli”, e la pancia era gia’ tutta piena di acqua. Ho richiesto un esame urina ed il test del colesterolo… e sono cosi’ arrivato a capire quale sia lo spirito che affligge il piccolo Ali’. Si tratta di sindrome nefrosica, una condizione molto comune qui a Chaaria. Pare che il piu’ delle volte sia causata dalla malattia reumatica; quella stessa condizione morbosa che tanti problemi ci da’, in quanto molte volte attacca il cuore e crea danni irreversibili alle valvole. In alcuni casi puo’ anche trattarsi di una complicazione della malaria, ed in altri non riusciamo proprio a comprenderne la causa.
Quando l’origine della malattia e’ totalmente sconosciuta, evitiamo pero’ di dirlo ai genitori, al fine di non creare in loro l’impressione che si tratti dell’opera di uno spirito cattivo o del malocchio.
Per Ali’ la strada verso la guarigione sara’ lunga e difficoltosa. Ci vorranno mesi di cortisonici, che gli causeranno anche effetti collaterali ed altri problemi. Magari, se non ce la facessimo con gli steroidi da soli, dovremo poi anche ricorrere a dosi basse di farmaci immunosoppressori, che potrebbero anche loro creare delle difficolta’ all’organismo del piccolo.
La sindrome nefrosica e’ molto scoraggiante sia per i genitori che per noi, in quanto molto spesso recidiva e getta le mamme in uno stato di disperazione.


2) Joyce e’ incinta di 8 mesi. E’ venuta in ospedale perche’ non avverte i normali movimenti del feto nella sua pancia. La faccio accomodare sulla barella e inizio a fare l’eco. La verita’ mi si presenta davanti immediatamente nella sua durezza, in quanto localizzo immediatamente il cuore fetale, ma non ne vedo alcun movimento. Prendo un po’ di tempo, perche’ e’ sempre difficile iniziare un discorso del genere: “Hai altri figli?”
“Si’, ne ho uno di 3 anni”.
“Sai, a volte le gravidanze hanno dei problemi. Ci sono dei difetti di fabbrica, per cui madre natura, invece di permettere la nascita di un bimbo che non avra’ salute, preferisce che il feto non venga neppure alla luce”.
“Vuoi dire che il mio bambino e’ morto dentro di me?”
Abbasso lo sguardo ed annuisco con un cenno del capo.
La reazione di Joyce e’ stata drammatica, molto piu’ violenta di quanto mi aspettassi. Ha iniziato a piangere forte e a chiedersi perche’ proprio a lei. Poi h aggiunto che era sicura di essere oggetto di malocchio e di sapere anche chi sono i vicini di casa che la odiano e che vanno dallo stregone per farla soffrire.
Joyce ha pianto per piu’ di un’ora, ma ora e’ calma. Ha compreso che la cosa piu’ importante e’ ora far si’ che quel corpicino senza vita esca dal suo organismo, senza crearle ulteriori problemi.
Ha accettato la flebo per il parto pilotato, ed ora e’ la’ sdraiata, con gli occhi sbarrati verso il soffitto. Aspetta le contrazioni senza dire una parola. Chissa’ quanto dolore sta passando per la sua testa e nel profondo del suo cuore.
Nel suo caso specifico veramente non sappiamo quale sia il “difetto di fabbrica”, in quanto tutti i test da noi eseguiti sono negativi. Anche il gruppo sanguigno e’ zero positivo, per cui non puo’ trattarsi di una incompatibilita’ Rh.
Magari davvero c’erano dei problemi cromosomici, o qualche malformazione grave a livello del cuore o del sistema nervoso.
Statisticamente parlando pero’, possiamo dire che la causa piu’ frequente di aborto o di morte intrauterina di un feto quasi a termine per noi rimane la malaria che causa una colonizzazione pesante della placenta da parte dei parassiti, fino ad impedire i normali scambi di ossigeno e di nutrienti tra mamma e piccolino.
Anche nel caso di Joyce purtroppo il braccio di ferro lo ha vinto lo spirito del male, e lei sara’ dimessa dall’ospedale senza la creatura attesa per tanti mesi.


3) Catherine invece viene dal Tharaka. Ci e’ stata inviata per anemia grave e per assenza di battito cardiaco fetale. Lei e’ forte, in quanto le hanno detto tutto, ma riesce ad essere composta e stoica. Non parla di spiriti maligni e continua a ripetere: “Kazi ya Mungu” (e’ la volonta’ di Dio).
La sua emoglobina e’ 4 grammi, ma, con nostra sorpresa, lei cammina e non lamenta grandi problemi, se non una tachicardia severa con cuore che galoppa ad oltre 140 al minuto.
Le faccio un’eco, soprattutto per decidere il da farsi. Sono infatti combattuto tra una revisione della cavita’ uterine ed un parto pilotato con oxitocina.
Ma questa volta il monitor mi presenta un’immagine dolce a vedersi: il battito e’ presente e vivace. Il feto e’ di circa quattro mesi, ed e’ per questo che nel dispensario di partenza non avevano sentito l’attivita’ cardiaca, mentre la mamma ancora non era cosciente dello scalciare del piccolo. Le ho dato la notizia, che l’ha fatta saltare sul lettino ed esultare con un forte: “Alleluya, God is great!”.
Ma allora perche’ e’ anemica. E’ magra, ma non sembra particolarmente denutrita.
“Hai avuto perdite ematiche negli ultimi mesi?”
“Neanche una volta!”
“Ma allora come mai?”
Sposto la sonda un po’ piu’ in su, e, dalla parte sinistra dell’addome, scopro la ragione del suo stato: ha una milza enorme che quasi le arriva all’ombelico.
Che stupido! Come ho fatto a non pensarci prima! Il Tharaka e’ zona di altissima trasmissione malarica, durante tutto l’anno; e la popolazione sovente sviluppa splenomegalie veramente incredibili.
Quest’ organo, normalmente deputato ad eliminare i globuli rossi invecchiati, inizia a lavorare eccessivamente, e a mangiare pure le emazie appena prodotte, con il risultato che la persona diventa anemica. La gravidanza poi aggrava tale stato di cose perche’, in quel periodo della vita, l’organismo e’ sotto stress, e deve fornire sangue anche alla nuova vita.
Catherine sara’ trasfusa al piu’ presto, per dare ossigeno sufficiente sia a lei che al nascituro. Poi la metteremo in terapia preventiva per la malaria, tentando di ridurre lo stimolo che fa aumentare di volume la milza e la rende vorace.
Nel suo caso penso che, almeno per il momento, lo spirito maligno sara’ sconfitto.


Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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