lunedì 14 dicembre 2009

Emozioni di un volontario

...mi ci sono voluti quasi 10 giorni per decidere che era arrivato il momento di scrivervi...era difficile capire come, e cosa scrivere....
Ho trascorso solo tre settimane con voi che possono sembrare un rapidissimo e veloce intervallo della mia vita ma mi hanno regalato qualcosa che ancora adesso non sono in grado di descrivere.
Nel mio cuore ci sono i volti di molti dei malati che ho visto migliorare nei giorni di degenza, impresso in me il ricordo più bello sono i sorrisi che mi hanno riempito il cuore di gioia.Il vostro invito a tornare se potete, ritenetelo da parte mia come già programmato per il prossimo anno.
Il natale è alle porte ormai e vi penserò, io sarò al lavoro nella notte in cui il Signore è venuto alla luce, e vi accomapagnerò nelle mie preghiere affinche vi sostenga nella vostra "missione di vita".
Volevo anche salutare e ringraziare Pinu, le sister e tutti i fratelli, ma anche tutti coloro che hanno condiviso con me momenti a Chaaria.    
Buon Natale.
Grazie Chaaria della meravigliosa esperienza che mi hai donato.

 
Un volontario


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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