martedì 15 dicembre 2009

Gravissimo black out

Da ormai 48 ore non abbiamo l'elettricità, e non riusciamo a capire quando il danno sarà riparato. Quando telefoniamo alla enel locale, le notizie sono contrastanti. Sembra sempre che la luce ritorni da un momento all'altro e non arriva mai.
Abbiamo anche problemi con i pannelli solari che non funzionano a dovere, per cui il generatore sta girando all'impazzata (vi lascio immaginare quanto denaro in diesel stiamo consumando!).
In alcuni momenti del giorno usiamo il generatore piccolo, e facciamo riposare per un paio di ore l'unità centrale... ma questo non può durare a lungo: dobbiamo pompare acqua, usare le sterilizzatrici, far andare le celle frigorifere dell'obitorio.
Di notte spegnamo il gruppo autogeno dalle 23.30 alle 5.30... sempre che non ci siano cesarei.
Il dispensario e le incubatrici hanno comunque una luce di penombra grazie ai pannelli; per i parti abbiamo un aspiratore a pedali. Invece, i reparti sono totalmente al buio, a motivo di problemi di impianto dei pannelli solari: ricorriamo quindi alle lampade a petrolio.
Alcune voci pessimistiche suggeriscono che i lavori in linea continueranno fino a venerdì, e che quindi la situazione continuerà così per altri 3 giorni. Speriamo solo che il generatore non crolli... se no,  mandiamo tutti i pazienti a casa.

La comunità di Chaaria

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....