La sala operatoria è massacrante. A volte anche la fortissima Kanyua non ce la fa più, e si accascia su una sedia, con un bicchiere pieno di the e lo sguardo perso nel vuoto.
Oggi, tra le tante esperienze avute con i malati, ne voglio condividere una: vi voglio parlare di Priscilla che è sieropositiva, e sa di esserlo. E' venuta per una sintomatologia addominale che a prima vista poteva sembrare appendicite acuta.
Naturalmente le abbiamo proposto l'intervento urgente, ma lei si è premunita di ricordarci il suo stato, e ci ha detto che avremmo corso dei rischi nel fare l'operazione. Mi ha fatto una grande tenerezza. Invece di pensare ai pericoli che lei stessa avrebbe corso (dall'anestesia, all'atto chirurgico in sè), lei si è preoccupata di noi.
Le abbiamo risposto che per noi l'HIV non è certo un deterrente, perchè siamo qui per servire tutti. Lei non ha parlato, ed ha risposto con un sorriso a centottanta gradi.
Purtroppo però il suo stato immunitario l'ha predisposta a condizioni in sè strane e molto rare. Aperto l'addome, abbiamo con nostra sorpresa trovato l'ultima ansa ileale molto indurita. Abbiamo quindi continuato a cercare il cieco, ed abbiamo scoperto che anch'esso era edematoso ed estremamente friabile. Sul peritoneo c'erano delle maccioline bianche, che avrebbero anche potuto far pensare ad una carcinosi peritoneale. Luciano, forte della esperienza occidentale, subito pensa al morbo di Crohn o ad un carcinoma del colon. Nella sua testa balena l'idea di una emicolectomia, pur essendo un intervento molto rischioso nella nostra sala operatoria. Poi però notiamo dei linfonodi sul mesentere: "Prendiamone uno e mandiamolo in laboratorio".
Mentre facciamo il lavoro, Jesse sbircia nella pancia, e, con la sua decennale esperienza di sala operatoria in Africa, abbozza una diagnosi: "Per me si tratta di tubercolosi intestinale".
Togliamo il linfonodo; lo mandiamo ai nostri biologi i quali lo sezionano e vi trovano materiale caseoso. Lo fissano rapidamente con la colorazione di Ziel Nielsen... ed ecco che trovano decine di micobatteri della TBC.
Stiamo quasi finendo la sutura della cute quando arriva il foglietto in sala. Jesse sorride soddisfatto mentre lo legge.
Il commento di Luciano è semplice: "qui è proprio una medicina completamente diversa rispetto all'Italia".
Fr Beppe
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