lunedì 31 maggio 2010

Alice Kiende

... è questo il mio nome. Sono poverissima e da tempo c'è qualcosa che mi mangia dall'interno. Sono tutta gonfia, e faccio pochissima pipì. I miei capelli diventano sempre più sottili, e li perso a ciocche.
Ora anche la mia pelle è ricoperta di croste e di eruzioni molto pruriginose.
Sono pure anemica, e mi faranno due sacche di sangue.
Ho 18 anni, e da qualche tempo sono ricoverata presso il Cottolengo Mission Hospital di Chaaria.
Ho un bimbo piccolo di circa 6 mesi qui in ospedale con me, e continuo ad allattarlo, nonostante le mie condizioni generali sempre più scadenti. Il mio piccino sembra stare bene, e non ha alcun segno sulla cute.
Mi hanno detto che ho la scabbia, e che questa è la ragione degli sfoghi sulla mia pelle. Mi stanno dando una lozione biancastra che devo applicare su tutto il corpo per 3 sere prima di dormire. Devo spalmare anche il mio figlioletto, pur non vedendo niente di strano sulla sua pelle. Poi al mattino dobbiamo fare la doccia entrambi, e quindi consegnare tutta la nostra biancheria agli infermieri, per farla lavare a temperature molto alte.
Il gonfiore generale che mi affligge e la caduta dei capelli, secondo quanto mi è stato detto dai medici di Chaaria, sono causati dal fatto che i miei reni non funzionano bene.
La ragione di tale malfunzionamento in giovane età pare dovuta ad una malattia infettiva che io avrei contratto tanti anni fa. Io però non me lo ricordo affatto!
Dicono che si chiama febbre reumatica; che sarebbe iniziata come tonsillite, e che poi sarebbe migrata verso i miei reni attraverso il sangue.
Mi spiegano che si tratta di un batterio veramente cattivissimo, perchè, se non viene curato in tempo, causa ora insufficienze renali come nel mio caso, ora gravi problemi alle valvole cardiache.
I miei esami non sono buoni, ma i dottori dicono che dovrei migliorare con cortisonici, antibiotici e diuretici... meno male che non devo fare la dialisi, perchè io i soldi per quella terapia così costosa non li avrei certamente.
Anche questo ricovero non credo che potrò pagarlo, ma i Fratelli mi hanno detto che ci sono tanti benefattori che dall'Italia mandano soldi per i poveracci come me, che altrimenti non potrebbero pagarsi le terapie necessarie alla sopravvivenza.
Grazie cari donatori che non conosco!
Grazie anche a nome del mio bambino che non vuole rimanere orfano così presto.
Grazie a nome della mia mamma, con cui vivo (sono infatti una ragazza madre): lei non ce la farebbe a pagare l'ospedale.
Io pregherò per tutti voi che avete un cuore grande.

Alice Kiende
 
 

1 commento:

Anonimo ha detto...

i tuoi occhi tristi mi commuovono. guarisci presto


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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