Traggo queste poche riflessioni dall’articolo di Nunzia De Capite, apparso su Italia Caritas numero 4, 2010.
Mi trovo assolutamente d’accordo con l’autrice nell’affermare che “ il volontariato è attraversato da correnti di cambiamento diverse: il venir meno di alcuni tratti distintivi, per esempio la gratuità, o l’incremento delle organizzazioni…”.
In effetti moltissimi sono oggi gli organismi che propongono volontariato in diversissimi ambiti della vita civile, ma allo stesso tempo la sensazione generale è che il numero dei volontari stia in qualche modo scemando.
Parlando con i responsabili dell’A.P.A. per esempio, ho compreso che fanno sempre più fatica a trovare dentisti per l’Africa.
Questa sensazione viene poi confermata dai numeri.
Infatti una indagine ISTAT relativa alla partecipazione sociale delle persone che hanno più di 14 anni nel decennio 1996-2006, ha mostrato come si sia ridotta notevolmente la percentuale di coloro che svolgono attività di volontariato.
Nel 2008 solo il 7% dei ragazzi nella fascia d’età 14-17 anni ha svolto, almeno una volta nell’anno, un’attività gratuita per associazioni di volontariato. Questa percentuale cresce al 10% se si considera la fascia 18-19 anni, con un lieve maggior coinvolgimento delle femmine.
Anche quest’ultimo dato relativo ad un maggior impegno delle donne nel volontariato trova riscontro in quanto avviene a Chaaria.
La Caritas italiana ha inoltre condotto un interessante studio motivazionale sulle ragioni che spingono un giovane a scegliere il volontariato. Da tale studio sono emersi dati in qualche modo inaspettati ma certo interessanti.
Mi preme qui ripetere che le analisi della Caritas si focalizzano soprattutto sui giovani, e vogliono sottolineare come il sodalizio tra gioventù e volontariato si stia in qualche modo incrinando.
Per esempio dai dati raccolti emerge che, sempre più frequentemente, alla base dell’esperienza di volontariato i giovani pongono motivazioni funzionali e strumentali.
“Non più adesioni disinteressate e spinte motivazionali forti, ma un orientamento a volte “opportunistico” dettato dalla necessità di ampliare il proprio bagaglio di esperienze, sperimentandosi in attività nuove e spingendosi su terreni inesplorati, al fine di arricchire la propria dotazione di competenze, spendibile in ambito professionale”.
Altro dato emerso è quanto alcuni direttori Caritas hanno definito “vogliantariato”, cioè un tipo di impegno intermittente, libero da vincoli altruistici e di responsabilità sociale, e quasi distaccato.
A questo elemento si collega per esempio una crescente difficoltà a trovare volontari disposti ad un impegno continuativo, magari a livello associativo, con la collaborazione a progetti in Italia per il sostegno delle opere all’estero. Si può anche ricondurre a tale dato statistico il fatto che per lo più il volontariato oggi si caratterizza per esperienze “una tantum”, da ripetere in posti sempre nuovi di anno in anno, allo scopo di allargare il proprio patrimonio di esperienze: un volontariato quindi che talvolta ha al centro il volontario stesso più che la realtà a cui si dovrebbe rivolgere il suo aiuto.
I dati che ho citato naturalmente riguardano soprattutto i volontari della Caritas italiana, e non sono uno spaccato di quanto avviene a Chaaria, o a Tachina… ma ci possono comunque far riflettere.
Inoltre le ricerche statistiche a cui mi riferisco si sono focalizzate sui giovani, e bisogna ammettere che spesso i volontari più attempati hanno conservato maggiormente un atteggiamento motivazionale serio, con altruismo forte e con l’intenzione di un impegno continuativo nel tempo.
Concludo con un dato che forse potrebbe diventare di stimolo anche per la nostra associazione, al fine di un rinnovamento e di un approfondimento delle nostre motivazioni e magari anche delle nostre occasioni formative per preparare ad un volontariato serio ed adulto: per il 2011 è stato indetto l’anno europeo del volontariato.
Speriamo dunque che il 2011 veda un forte incremento dei volontari ed un approfondimento reale delle loro motivazioni, e ci auguriamo che i due orizzonti, giovani e volontariato, tornino a collimare, secondo forme nuove.
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