mercoledì 2 giugno 2010

Il Dott. Rolandi

Ringraziamo di cuore Pietro Rolandi e la moglie Fiorella che sono oggi partiti alla volta di Chaaria per un intero mese di volontariato.
Li ringrazio in modo molto personale in quanto Pietro ha risposto ad una mia accorata richiesta di aiutare a coprire il servizio chirurgico in mia assenza. E' stata dura per Pietro decidere... ma alla fine ha accettato, superando tanti timori legati al fatto di dover lavorare senza di me... comunque, come dice il proverbio, "tutti sono utili e nessuno è necessario"; per questo sono sicuro che Pietro farà benissimo anche senza il sottoscritto.
Oltre agli interventi che il dott Ogembo gli avrà certamente programmato, dovrà anche sopperire alla mia assenza per il settore della endoscopia digestiva, che è stata chiusa ormai per due settimane.
Sono certo che ce la farà senza problemi. Confido moltissimo nella sua grande esperienza e nella immensa bontà e dedizione che lo caratterizzano.
Anche Fiorella troverà un mucchio di lavoro presso gli orfani, soprattutto ora che Sr Oliva non è più presente a Chaaria. Il suo amore di mamma e la sua dolcezza saranno un dono grande per i nostri piccolini durante tutto il mese di giugno.
Grazie ancora a Pietro e Fiorella, che, con questa esperienza, inaugurano per così dire una nuova e potenzialmente feconda forma di volontariato: non solo aiutare; non solo insegnare nuove tecniche, ma anche sostituire il personale religioso di Chaaria, al fine di permettere qualche volta anche una vacanza, un corso di aggiornamento, od un tempo di ricarica spirituale.
Buon lavoro, carissimi Pietro e Rossella.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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