sabato 14 aprile 2012

Le anestesiste di Pavia

Di cuore ringrazio Federica e Raffaella, anestesiste di Pavia, che hanno appena lasciato il Cottolengo Mission Hospital per tornare in Italia. Sono molto riconoscente per il grande lavoro che insieme abbiamo portato avanti, sia in sala operatoria che in reparto di medicina. 
Grazie alla loro presenza insieme a Pietro siamo riusciti a fare interventi altrimenti impossibili, a motivo di complessita' sia anestesiologiche e sia chirurgiche che Chaaria non sarebbe in grado di gestire da sola. 
Le ringrazio per l'impegno enorme, sia di giorno che di notte. 
E' stato onestamente un periodo molto intenso! Insieme abbiamo lavorato tanto ed insieme abbiamo capito che il nostro scopo e la nostra gioia sono i pazienti: quanti piu' ne aiutiamo, tanto piu' ci sentiamo contenti. 
Ed io sono personalmente molto contento di tutte le persone che abbiamo aiutato grazie a Federica e Raffaella. 
Non posso poi dimenticare che grazie a loro Jesse ha potuto prendersi dei giorni di ferie... e so che invece Federica e Raffaella le ferie a Chaaria se le sono mangiate. 
Ma so che lo hanno fatto volentieri per quel senso di altruismo che e' la base di ogni azione umanitaria. 
Grazie di cuore... e speriamo di rivederci ancora a Chaaria. 

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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